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    Eriksen: 'Scudetto? La prima parola che ho imparato in Italia. Ora con Conte ci capiamo, il gol al Milan...' VIDEO

    Eriksen: 'Scudetto? La prima parola che ho imparato in Italia. Ora con Conte ci capiamo, il gol al Milan...' VIDEO

    Intervistato da Dazn in vista della sfida che poi è stata rinviata contro il Sassuolo il centrocampista dell'Inter, Christian Eriksen ha parlato della sua avventura in nerazzurro cambiata radicalmente negli ultimi mesi.

    SCUDETTO - "Con l'italiano va bene. Non troppo, ma bene. Scudetto? E' stata una delle prime parole che ho imparato, ma possiamo solo sognarlo finché non lo avremo vinto". 

    SPAZZARE - "La palla in tribuna contro l'Atalanta? Questa cosa ce l'avevo in testa, sei negli ultimi minuti di partita, stai vincendo e devi lottare. Al Tottenham, nei quarti di Champions contro il Manchester City, non ho rinviato e loro hanno segnato. Il Var ha rimesso le cose a posto ma da allora ho gli incubi per questo e quindi ci ho pensato. Me lo ricordo bene. Spazzare? Io non imparo quelle parole, non è il mio stile (ride, ndr). Non ho bisogno di impararle. Che parole imparerò? Gioca".

    GOL NEL DERBY - "La percezione è che lì le cose fossero cambiate tante cose. Dall'esterno sembrava una specie di risveglio, ma non per me. Sembrava quasi: 'Guardate, sa ancora tirare le punizioni, non è sparito'. Ho capito subito che la palla stava andando nella direzione giusta. Per me è sempre la stessa routine: faccio cinque passi indietro, poi lentamente guardo il pallone. Si tratta di sapere dove colpire il pallone e la prima cosa è mandarlo sopra la barriera. La punizione nel derby dello scorso anno? Certo, me la ricordo bene. Ma era più lontana dalla porta. Sarebbe stato ancora più bello segnare quella".

    NUOVO RUOLO - "Non so se è un nuovo Eirksen o quello di sempre che gioca un po' di più. Nel sistema attuale gioco un po' più basso, quindi sono più coinvolto in situazioni difensive, devo essere pronto per dei tackle o per recuperare la palla. Ovvio, di solito ho giocato più avanzato, mi sono dovuto adattare. Pian piano ho imparato e ora conosco molto bene come devo giocare".

    CONTE - "Sono qui da un anno ormai e ogni giorno facciamo quel che ci chiede l'allenatore. Io e Conte dovevamo conoscerci di più, ora lui mi conosce e io conosco meglio lui. Questo rende più facile capire come interpretare certe partite. Il doppio play? Potete vedere anche voi che è diverso rispetto a prima quando Brozovic era un po' solo. Sta al mister decidere le nostre posizioni. Se vedete, non in tutte le partite giochiamo così. Dipende anche dall'avversario"

    LUKAKU - "Noi centrocampisti cerchiamo Romelu, sappiamo dove si trova. Qualsiasi palla va dalle sue parti va dalla parte giusta. Abbiamo un bel rapporto con lui, è un gigante buono. Sta facendo cose incredibili, nemmeno in Inghilterra giocava così e io ho giocato spesso contro di lui".

    ORA SORRIDO - "Il sorriso uscendo dal campo nel derby? Certamente è un sorriso diverso rispetto a qualche tempo fa. Più giochi più sei felice. Vedendola dall'esterno magari qualcuno pensa che io non rida mai ma non è assolutamente così".

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