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    Era il minimo, ma a questo Napoli, con questo Kvara, serve San Gennaro anche per battere il Braga

    Era il minimo, ma a questo Napoli, con questo Kvara, serve San Gennaro anche per battere il Braga

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Vince soltanto il Napoli. E pazienza se l’unico successo delle quattro italiane in Champions arriva nel finale grazie a un clamoroso autogol. Quello che conta è il risultato e adesso grazie a questo sofferto, ma meritato 2- 1 sul campo del Braga, la squadra di Garcia può ricevere il Real Madrid il prossimo 3 ottobre a pari punti. In fondo anche gli uomini dell’ex Ancelotti hanno faticato per battere l’Union Berlino di Bonucci e quindi tutto è possibile, anche se questo non è più il bel Napoli di Spalletti. Non a caso un anno fa Osimhen e compagni avevano debuttato in Champions battendo 4-1 in casa il Liverpool e vincendo poi 3-0 la prima gara in trasferta a Glasgow contro i Rangers. Meno veloce nella manovra e meno preciso davanti, ma soprattutto troppo incerto in difesa, il Napoli si dimostra comunque superiore almeno all’inizio, anche se questo non è un grande merito perché il Braga è soltanto ottavo nel campionato portoghese, per cui il successo dei campioni d’Italia era il minimo in teoria, prima di diventarlo in pratica nel punteggio.

    VANTAGGIO MERITATO - Il primo tempo del Napoli ricorda quello del Milan contro il Newcastle con tanti errori e tanta sfortuna, ma con un finale diverso. Proprio quando si profila un altro bugiardo 0-0 all’intervallo, nel primo dei 5’ di recupero Kvaratskhelia centra un pallone dalla sinistra per Osimhen, la cui deviazione di testa viene respinta sui piedi del capitano Di Lorenzo che calcia al volo di sinistro il pallone del meritato vantaggio. Giusto così per quanto il Napoli aveva fatto fin lì, rischiando poco all’inizio quando Meret devia una conclusione di Horta, ma sbagliando troppo. E il primo a sbagliare è Osimhen che ripete, se possibile in peggio, l’erroraccio di Leao del giorno prima. Smarcato da uno dei tanti rischiosi passaggi arretrati al proprio portiere, in questo caso di Fonte, il centravanti nigeriano infatti calcia addosso a Matheus il classico rigore in movimento.

    POCO KVARA - Con Ostigard al posto dell’acciaccato Rrahmani dopo meno di un quarto d’ora, il Napoli ha il merito di chiudere il Braga nella propria metà campo, anche se mancano le accelerazioni di Kvaratskhelia che si limita quasi sempre ad appoggiare il pallone ai compagni e nelle rare volte in cui cerca lo spunto personale viene fermato dagli avversari. E siccome Olivera, preferito a Mario Rui, si limita a coprirgli le spalle, mentre Politano si vede poco sulla destra, soltanto Di Lorenzo davanti a lui sfrutta il grande lavoro al centro di Anguissa, Zielinski e Lobotka, che però non avanzano mai. La grande pressione del Napoli ha così come unico terminale Osimhen, che prima impegna severamente Matheus di testa e poi colpisce in pieno la traversa. Sembra la classica partita stregata anche perché quando Osimhen spera di calciare il rigore fischiato dall’arbitro, le immagini del monitor su invito del Var fanno giustamente cambiare idea al direttore di gara, perché il fallo lo aveva commesso proprio il nigeriano.

    ESTERNI NUOVI - Colpito e affondato quando ormai pensava di ripartire dallo 0-0, il Braga incomincia la ripresa con l’obbligo di cercare il pareggio e scoprendosi concede spazi pericolosi al Napoli che ha il torto di non sfruttarli. Osimhen, ancora lui, fallisce la conclusione in corsa del 2-0, ma almeno è l’unico che va al tiro. E proprio perché mancano le alternative in attacco, dopo una decina di minuti Garcia cambia giustamente i due deludenti esterni Politano e Kvaratskhelia inserendo Elmas e Raspadori. Grazie alla posizione di quest’ultimo che si accentra più del georgiano, Osimhen è meno solo in attacco e il Braga soffre il movimento di due attaccanti veri che si cercano in continuazione.

    GRAZIE SAN GENNARO - Sembra che il successo del Napoli sia al sicuro, ma l’eccessiva sicurezza della propria superiorità gioca un brutto scherzo ai campioni d’Italia che hanno il doppio torto di non raddoppiare e di abbassarsi troppo, regalando nuove speranze ai padroni di casa. Chi sbaglia paga e infatti il Braga trova il pareggio con Bruma che salta indisturbato di testa sotto lo sguardo di Juan Jesus, facendo crescere i rimpianti per l’assenza di Kim. Nel suo momento peggiore, il Napoli trova però la forza e la fortuna per tornare in vantaggio. Il merito, visto da una parte, è di Zielisnki che crossa un bel pallone dalla sinistra e la colpa, vista dall’altra, è la sciagurata deviazione di coscia di Niakaté. Un autogol clamoroso, con la benedizione di San Gennaro che arriva un giorno dopo ma basta e avanza per festeggiare il primo successo in Europa del Napoli con lo scudetto sulle maglie.

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