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Equilibrio o mediocrità? L'Argentina batte l'Olanda nonostante Scaloni e il suo calcio
DOPPIO VANTAGGIO - L’Argentina ha vinto con merito (due tentativi di Lautaro e un palo di Enzo Fernandez nel secondo tempo supplementare), ma Scaloni ha tentato di suicidarsi senza ragionevoli spiegazioni. Prima togliendo De Paul per inserire un fallosissimo e sostanzialmente dannoso Paredes (di buono solo il secondo rigore della sequenza finale), poi ha consentito alla sua squadra di abbassarsi in maniera esiziale sui ripetuti tentativi degli olandesi che ci hanno provato con i centimetri e i calci di punizione. Eppure, dopo il gol nel primo tempo di Molina (assist superlativo di Messi) e il raddoppio dello stesso Messi su rigore, causato da un fallo di Dumfries su Acuna, la partita sembrava chiusa. Anche perché di lì alla fine mancavano diciassette minuti (diventati poi ventisette per il recupero dell’arbitro Lahoz).
VAN GAAL AGGIUSTA IN CORSA - Una squadra come quella argentina, dotata di palleggio e tecnica, non avrebbe mai dovuto permettere che l’Olanda riaprisse la partita. Invece non solo è successo con Weghorst (entrato al 78’ al posto di uno spento Depay e in gol cinque minuti dopo), ma è arrivato addirittura il pareggio, sempre con Weghorst, su un magistrale schema da calcio di punizione, quando i minuti erano diventati 101. Ora, per questa esecuzione (finta di tiro diretto e appoggio al compagno appostato all’altezza della barriera), tutti i meriti sono ricaduti su Van Gaal, che è un grande allenatore e certamente quel machiavello lo aveva congegnato. Tuttavia, il guru olandese qualche colpa l’aveva anche commessa. Prima di tutto non schierando attaccanti di peso e altezza nel primo tempo e, in secondo luogo, per avere preparato una partita palla a terra per la quale erano avvantaggiati gli argentini. Nella ripresa e, soprattutto nel finale, Van Gaal ha portato da tre a quattro i giocatori della linea difensiva, schierato due mediani e arricchito l’attacco con quattro elementi offensivi (4-2-3-1). Il pareggio, pur non casuale, era stato, però, frutto della rinuncia dell’Argentina a ripartire (nel finale gli olandesi difendevano con due giocatori) e della scelta cervellotica di Scaloni di accettare la difesa solo dell’area della sua squadra.
EQUILIBRIO E MEDIOCRITA' - La partita è stata noiosa, perché giocata solo dall’Argentina, per almeno un’ora e un quarto, mentre il finale è stato ravvivato dalla spregiudicatezza, anche un po’ grossolana, dell’Olanda (Van Dijk attaccante aggiunto per lottare sui palloni alti). Oltre che noiosa è stata una partita fallosa, la più fallosa del Mondiale, con quindici cartellini gialli (e Paredes ha sfiorato anche il rosso), uno comminato a Dumfries (un disastro) anche durante i calci di rigore. Gli olandesi hanno sbagliato i primi due (Van Dijk e Berghuis), gli argentini solo quello di Enzo Fernandez, il miglior giovane centrocampista del Mondiale.
A proposito del quale - del Mondiale intendo - vorrei porre un interrogativo. Ma due quarti di finale decisi solo dai calci di rigore esprimono equilibrio o mediocrità? Di più: fino a dove l’equilibrio non diventa esso stesso mediocrità? Questo per dire che, nonostante santoni e creduloni, l’essenza del calcio, secondo me, è lontana dal Qatar e da quello che finora ci ha mostrato.
Il tabellino
Olanda-Argentina 5-6 d.c.r.
Marcatori: 35' Molina (A), 73' rig. Messi (A), 83' Weghorst (O), 101' Weghorst (O)
Rigori: Van Dijk (O) parato, Messi (A) gol, Berghuis (O) parato, Paredes (A) gol, Koopmeiners (O) gol, Montiel (A) gol, Weghorst (O) gol, Enzo Fernandez (A) fuori, L. De Jong (O) gol, Lautaro (A) gol
Olanda (3-4-1-2): Noppert; Timber, Van Dijk, Aké; Dumfries, F. De Jong, De Roon (46' Berghuis), Blind (65' L. De Jong); Gakpo (113' Lang); Bergwijn (46' Koopmeiners), Depay (78' Weghorst). Ct. Van Gaal
Argentina (3-5-2): E. Martinez; Romero (78' Pezzella), Otamendi, Martinez 5,5 (112' Di Maria); Molina (106' Montiel), De Paul (66' Paredes), Fernandez, Mac Allister, Acuna (78' Tagliafico); Messi, Alvarez (82' Lautaro). Ct. Scaloni.