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  • Enzo Raiola a CM: "A Mino non interessavano i soldi, era un generoso che combatteva le discriminazioni"

    Enzo Raiola a CM: "A Mino non interessavano i soldi, era un generoso che combatteva le discriminazioni"

    • Francesco Guerrieri
    Lo sguardo lucido, le lacrime trattenute a fatica. In quasi un'ora di intervista con Enzo Raiola, quando tocchiamo l'argomento Mino fatica ad andare avanti. I ricordi si accavallano nella mente: "Ancora non riesco bene a parlare di lui, così mi fate piangere". Cugini cresciuti come fratelli inseparabili. Enzo riavvolge la macchina del tempo, e con un pizzico di emozione ci racconta: "La mia storia è iniziata grazie a Mino. Io facevo un altro lavoro a Salerno, da lontano seguivo la sua crescita nel calcio e ogni tanto andavo a trovarlo in Olanda. Dopo i trasferimenti di Nedved e Ibrahimovic alla Juventus ho iniziato a dargli una mano, finché un giorno di piena estate mi ha proposto di inziare a lavorare stabilmente con lui perché aveva bisogno di una persona di fiducia". 

    Mino parlava 7 lingue, ma l’unica che non aveva studiato era l’italiano.
    "Lui ha vissuto in Olanda con la nonna, a casa si parlava napoletano. Ma ho un aneddoto di quando era piccolo".

    Raccontaci.
    "A scuola, durante una lezione d'italiano, il professore faceva vedere delle immagini alla classe e loro dovevano dire cos'era. Mino essendo italiano pensava di non avere problemi, ma quando vide la foto dell'arancia la chiamò ' 'o portual', in napoletano. Quando il professore gli disse che era sbagliato lui non capì, perché l'aveva sempre chiamata in quel modo. Poi tornò a casa e chiese spiegazioni".

    La sua frase che ti porterai per sempre dentro di te? 
    "Quando parlava con i giocatori diceva sempre 'casa mia è anche casa vostra'. Ed era davvero così: molti giocatori andavano a dormire a casa sua. Mi viene in mente anche un'altra frase che mi fa sorridere".

    Quale?
    "Quando eravamo in macchina insieme mi prendeva in giro dicendomi 'io mi addormento, se facciamo l'incidente ci vediamo lì' indicando verso l'alto. Oggi quando sono in viaggio da solo mi vengono in mente quei momenti".

    Si sono dette tante cose su Mino, belle e brutte. Qual è quella che ti ha infastidito di più?
    "Che era attaccato ai soldi, la realtà è che non gliene fregava nulla. La sua ambizione era far guadagnare i suoi giocatori".

    E quella che hai apprezzato maggiormente? 
    "Chi l'ha conosciuto davvero sa quanto era generoso e di cuore. A lui davano fastidio le bugie, la non trasparenza, era contro ogni tipo di discriminazione".

    Com'è stata la divisione dei giocatori con Rafaela Pimenta dopo la morte di Mino?
    "E' stata naturale, sono stati i ragazzi a scegliere in piena libertà. I giocatori che già seguivo avevano più rapporto con me e hanno deciso di continuare con la mia agenzia. Senza nulla di prefissato".

    Vivi a Montecarlo in una casa con vista sul circuito del Gran Premio. 
    "E' una zona molto... rumorosa. Da appassionato dei motori, la settimana del Gran Premio è uno spettacolo per l'atmosfera che si respira". 

    @francGuerrieri 

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    ACMilan1963
    ACMilan1963

    Il titolo è da sganasciarsi dalle risate

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