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    Enzo Fernandez-Chelsea, è Far West: Mendes e l'irriconoscenza del calciatore

    Enzo Fernandez-Chelsea, è Far West: Mendes e l'irriconoscenza del calciatore

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Dalla tribuna dell'Estadio da Luz ha visto i compagni piegare la Portimonense 1-0 con un rigore realizzato da Joao Mário. Ieri sera Enzo Fernández ha fatto da spettatore, non si sa quanto interessato, al ritorno del Benfica alla vittoria dopo il pesante stop di Braga (0-3 lo scorso 30 dicembre, prima sconfitta stagionale in assoluto), e soprattutto dopo le polemiche per il suo viaggio non autorizzato di Capodanno verso l'Argentina. Come hanno ricordato i media portoghesi alla vigilia della partita, si è trattato della prima volta in questa stagione che il centrocampista argentino classe 2001, eletto miglior giocatore giovane dei Mondiali in Qatar, è stato escluso dalle convocazioni per motivi diversi da una squalifica. E nonostante nelle dichiarazioni post partita l'allenatore Roger Schmidt abbia lanciato segnali di normalizzazione, sostenendo che l'argentino sia tuttora un calciatore del Benfica e di fare affidamento su di lui a partire dalla prossima gara, la rottura è già celebrata. E segna un punto di non ritorno in tema di bilanciamento fra diritti e doveri del calciatore d'alto livello nel rapporto col club che gli paga lo stipendio.

    Sei mesi per sentirsi sciolto da ogni responsabilità – La vicenda è nota. Enzo Fernàndez è in cima alla lista della spesa del Chelsea, pronto a compiere una follia per portarlo a Stamford Bridge. L'urgenza di ingaggiarlo si è accresciuta dopo l'eccellente mondiale del centrocampista argentino. Che però deve molta parte della sua crescita recente proprio al Benfica, la società che lo ha portato in Europa la scorsa estate scommettendo su di lui e dimostrandosi disposta a venirgli incontro anche rispetto al desiderio di giocare fino in fondo la Copa Libertadores con la maglia del River Plate. Come raccontato il 22 giugno 2022 da Calciomercato.com, la società encarnada sarebbe stata disposta anche a aspettare il mese di gennaio (qualora il River fosse arrivato in fondo alla competizione sudamericana per club, e tenendo conto dell'interruzione per Qatar 2022) pur di portarlo a Lisbona. E nella prima metà della stagione gli ha dato modo di mettersi in mostra ai massimi livelli con un girone eliminatorio di Champions League che ha destato ammirazione.

    Di tutto ciò il calciatore non ha dato impressione di tenere particolare conto, in questi giorni di polemica. E se possiamo anche dare per assodato che la gratitudine non sia dovuta, sarebbero però d'obbligo il comportamento professionale e un minimo di rispetto per il club e i suoi tifosi. Rispetto a ciò Enzo Fernàndez è stato assolutamente censurabile. Ha provato a non essere in campo nella partita di Braga. Quindi è andato a passare il Capodanno a Buenos Aires senza l'autorizzazione del club, e col suo agente Uriel Pérez che provocatoriamente ha condiviso via social le foto del veglione. E infine ha disertato i primi due allenamenti dell'anno nuovo, fissati per lunedì 2 gennaio, dato che si trovava in viaggio di ritorno dall'Argentina.

    È evidente che stia cercando di forzare la mano per andare al Chelsea. Una legittima aspirazione di avanzare in carriera e andare a guadagnare nettamente di più rispetto a quanto intasca in Portogallo. Ma a patto di non perdere mai di vista che i doveri professionali vengono prima. E in questo senso il caso di Enzo Fernández ci dice che siamo ormai in pieno Far West. Se 120 milioni di euro vi sembrano giusti – Fa bene il Benfica a pretendere che il Chelsea paghi per intero i 120 milioni di euro fissati per la clausola rescissoria e a non accettare un parziale conguaglio in calciatori. E altrettanto bene farebbe a farsi pagare subito e in unica soluzione la cifra,senza concedere rateazioni. Tanto più che, per quanto il valore del centrocampista argentino si sia impennato dopo Qatar 2022, 120 milioni di euro rimangono una cifra nettamente sproporzionata. Ultima annotazione: il dossier della trattativa fra i due club è nelle mani del solito Jorge Mendes. Non si capisce perché mai Benfica e Chelsea non siano in grado di sbrigarsela da soli. Ma, appunto, è il Far West.

    @pippoevai

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