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Enrico Varriale accusato di stalking! La ex: 'Picchiata, insultata e perseguitata'. La difesa: 'Tutto falso, lo dimostrerò'
L'ex compagna, un'imprenditrice che si era trasferita a Roma un anno fa, ha rotto con Varriale alla fine di luglio, quando le cose non andavano più bene. Secondo la ricostruzione dei magistrati, a causa dei repentini scatti d'ira dell'indagato, sotto stress per tre fattori: la rinuncia obbligata di Varriale alla «vetrina» delle telecronache delle partite degli azzurri, in quanto entrato in contatto con un positivo al Coronavirus; il procedimento disciplinare a suo carico per non aver rispettato la quarantena; e, infine, la mancata conferma nel ruolo di vicedirettore di RaiSport.
Secondo l'accusa, il 6 agosto, in mattinata, "durante un alterco per motivi di gelosia, la sbatteva violentemente al muro, scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole dei calci e, mentre la parte offesa cercava di rientrare in possesso del cellulare che le aveva sottratto, le afferrava il collo con una mano, cagionandole lesioni". Il cellulare poi è stato lanciato e lei è corsa al pronto soccorso del Policlinico Gemelli. Il referto dice: "Ferita lacero-contusa al braccio sinistro, ecchimosi alla mano sinistra, tumefazione del gomito destro con dolenzia alla mobilizzazione attiva, abrasioni alla base del collo e sul ginocchio sinistro, guaribili in cinque giorni". Agli atti ci sono anche le testimonianze di due amici. Poi è arrivata una seconda denuncia, il 14 settembre, per stalking. Telefonate notturne, citofonate, messaggi, appostamenti: "Mi ha picchiata, presa a schiaffi, sbattuta contro il muro, insultata. Mi perseguita con telefonate di notte, si apposta sotto casa, citofona alle 6 di mattina…".
Enrico Varriale si difende così, al Corriere della Sera: "Non ho mai stalkerizzato nessuno e chi afferma questo ne risponderà in tutte le sedi. È una dolorosa vicenda personale che avrei preferito rimanesse tale. Purtroppo però mi sono state rivolte, e rese pubbliche, accuse del tutto false. Sono sicuro che riuscirò a dimostrare la loro infondatezza facilmente e in tempi brevi". Nell'ordinanza di Monica Ciancio, notificata il 27 settembre al commissariato Ponte Milvio, l'accusa di atti persecutori (reclusione da un anno a sei anni e mezzo) viene motivata con "condotte reiterate" di molestia e minacce. Molestia e minacce che hanno provocato alla donna "un grave stato di ansia e paura", con "attacchi di panico, fatica nella respirazione e tachicardia, tali da immobilizzarla". E con un "fondato timore per la propria incolumità, costringendola ad alterare le abitudini di vita".