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    Empolimania: un anno irripetibile, cosa manca per diventare una certezza?

    Empolimania: un anno irripetibile, cosa manca per diventare una certezza?

    • Carlo Alberto Pazienza
    Se l’obiettivo del 2021 era quello di gettare le basi per un futuro di continuità, intesa come risultati e crescita di giovani di talento, allora l’Empoli l’ha centrato in pieno. Quello che andrà in archivio tra poche ore infatti resterà nella memoria come uno degli anni più soddisfacenti dal punto di vista sportivo dell’intera gestione Corsi. La società di Empoli, una città di 50mila abitanti alle porte di Firenze che non fa neanche provincia, si è presentata ai nastri di partenza della stagione 2021/2022 con la prima squadra maschile neo promossa in Serie A; la squadra femminile ancora presente nella massima serie dopo aver centrato il miglior piazzamento della propria storia la stagione scorsa; la formazione primavera campione d’Italia in carica pronta a difendere il tricolore ed esordire nella UEFA Youth League. A mettere la ciliegina sulla torta di un 2021 memorabile c’è stato poi l’avvio di campionato della squadra guidata da Andreazzoli, definita a furor di popolo l’autentica rivelazione di questa prima metà di stagione. Non solo per il bel gioco e per una mentalità sempre votata all’attacco, ma soprattutto per la classifica e per aver centrato alcuni risultati semplicemente straordinari. Mi riferisco ovviamente alle vittorie su Juventus, Fiorentina e Napoli. Gli azzurri hanno chiuso il girone d’andata al 10° posto con 27 punti, un ruolino che, al netto di disastri di proporzioni bibliche, spiana la strada verso una salvezza che mi permetto di ipotizzare tranquilla. Quelle 4-5 vittorie (12-15 punti se preferite) vanno comunque portate a casa, ma questo Empoli ha già ampiamente dimostrato di averle in canna.

    Allora, se volessimo giocare con la fantasia (ma poi neanche più di tanto), sarebbe bello pensare a cosa manchi alla società azzurra per fare un ulteriore passo avanti. Il contesto lo abbiamo già disegnato prima: Empoli è una piccola città e la squadra, dispiace dirlo ma è la verità, nonostante gli importanti risultati ottenuti, non riesce ancora a guadagnarsi un importante seguito di tifosi come avviene in altre piazze. Per questo il “saliscendi” tra A e B è per questa società la normalità delle cose, la giusta dimensione. Guardando però ad altre realtà come Sassuolo (senza citare Bologna, Udinese o Atalanta che hanno anche una storia di presenze nella massima Serie ben più importante), viene effettivamente da chiedersi perché l’Empoli non riesca a centrare quella dimensione. I motivi sono quelli già citati, a cui va aggiunto il fatto che dietro alla dirigenza non c’è un gruppo di investimento o una multinazionale, ma una famiglia di imprenditori con una passione smisurata per il calcio, che ha sempre fatto tutto con le proprie risorse, portando avanti il progetto grazie ai proventi delle cessioni dei giocatori più importanti. Sempre nel pieno rispetto delle regole, senza mai fare il cosiddetto "passo più lungo della gamba". Un ulteriore aspetto da sottolineare quando si parla dei risultati che la squadra sta ottenendo. Questa dunque è la realtà attuale e visto come il calcio si sta muovendo oggi è difficile pensare a un qualcosa di diverso. Un fattore che potrebbe spostare gli equilibri è lo stadio, progetto di cui si è parlato anche a Empoli, senza però risvolti concreti. Le basi per un futuro solido sono state gettate, intanto però c’è da pensare al presente: a chiudere al meglio il campionato centrando l’obiettivo e perchè no provare anche a fare qualche altro sgambetto “prestigioso”.

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