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    Empolimania: un altro passo indietro, adesso però bisogna correre ai ripari

    Empolimania: un altro passo indietro, adesso però bisogna correre ai ripari

    • Carlo Alberto Pazienza
    La stagione è appena iniziata e di sparare sentenze, proprio come non sono stati fatti proclami dopo il successo contro la Juventus, non è ancora il momento, ma sicuramente in casa Empoli è necessaria una prima riflessione. La classifica dopo 4 partite non è deficitaria: visto il calendario che ha messo di fronte Lazio, Juve e Samp, una sola vittoria era da mettere in conto (poco importa in questo momento sia arrivata proprio contro i bianconeri e non contro il Venezia come da pronostico). A destare preoccupazione invece è lo stato psico-fisico della squadra, che dopo due ottime prestazioni con Lazio e Juventus si è letteralmente smarrita. Dopo la brutta prova contro il Venezia, ieri, davanti ad un avversario sicuramente di ben altro spessore, l’Empoli ha fatto addirittura peggio. Se contro i lagunari gli azzurri avevano dato segnali di reazione, accorciando le distanze e provando comunque a recuperare il risultato fino al triplice fischio, ieri con i blucerchiati abbiamo avuto la sensazione di un Empoli in partita solo per una mezz'ora, di fatto fino gol che ha stappato il match. Gli azzurri sono partiti bene, aggredendo la Samp e creando un paio di pericoli alla porta di Audero. Una volta andata sotto però, la squadra è gradualmente sparita dal campo. Mentre l’Empoli calava, la Sampdoria cresceva e diventava sempre più padrona del campo, riuscendo, grazie alla qualità dei suoi giocatori chiave, a chiudere definitivamente l’incontro già a metà ripresa.

    Rispetto alla sfida con il Venezia, l’Empoli ha avuto un buon approccio alla gara, tenendo testa ad una squadra di un altro livello che disputerà un campionato totalmente diverso dagli azzurri. Gli aspetti positivi della gara però si chiudono qui. Dal punto di vista tecnico la squadra ha mostrato ancora una volta una fase difensiva non altezza: troppi gli errori individuali, sia di marcatura che di posizionamento, che hanno spianato la strada a giocatori esperti come Candreva, Quagliarella e Caputo. Il centrocampo non solo non ha saputo contenere fisicamente, ma non è neanche mai riuscito a sostenere la fase offensiva con qualche buon inserimento senza palla. In attacco infine Mancuso e Cutrone non si sono mossi male: soprattutto l’ex Milan, nonostante sia più volte finito in fuorigioco, ha lottato con i difensori doriani costringendoli spesso fuori posizione. Mancano però alternative e soluzioni a un gioco che, se non eseguito con grande velocità e qualità, rischia di diventare prevedibile e poco efficace. Qualcosa è cambiato soltanto nei minuti finali, quando la Samp ha un po’ mollato la pressione e l’Empoli, con Pinamonti e La Mantia davanti, giocatori abili nel gioco aereo, sono riusciti a offrire qualche buona sponda per i compagni. Oltre a questi problemi c’è da considerare la componente fisica (la squadra non va allo stesso ritmo delle avversarie) e mentale (manca di aggressività, personalità e soprattutto va in crisi alla prima difficoltà). Nulla è ancora perduto, ma con le sfide a Cagliari e Bologna alle porte, prima dei big match con Roma e Atalanta, Andreazzoli è chiamato a correre ai ripari e fare punti, prima che la classifica di fine ottobre diventi, in quel caso sì, preoccupante e deficitaria.

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