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Empolimania: un altro passo indietro, adesso però bisogna correre ai ripari
Rispetto alla sfida con il Venezia, l’Empoli ha avuto un buon approccio alla gara, tenendo testa ad una squadra di un altro livello che disputerà un campionato totalmente diverso dagli azzurri. Gli aspetti positivi della gara però si chiudono qui. Dal punto di vista tecnico la squadra ha mostrato ancora una volta una fase difensiva non altezza: troppi gli errori individuali, sia di marcatura che di posizionamento, che hanno spianato la strada a giocatori esperti come Candreva, Quagliarella e Caputo. Il centrocampo non solo non ha saputo contenere fisicamente, ma non è neanche mai riuscito a sostenere la fase offensiva con qualche buon inserimento senza palla. In attacco infine Mancuso e Cutrone non si sono mossi male: soprattutto l’ex Milan, nonostante sia più volte finito in fuorigioco, ha lottato con i difensori doriani costringendoli spesso fuori posizione. Mancano però alternative e soluzioni a un gioco che, se non eseguito con grande velocità e qualità, rischia di diventare prevedibile e poco efficace. Qualcosa è cambiato soltanto nei minuti finali, quando la Samp ha un po’ mollato la pressione e l’Empoli, con Pinamonti e La Mantia davanti, giocatori abili nel gioco aereo, sono riusciti a offrire qualche buona sponda per i compagni. Oltre a questi problemi c’è da considerare la componente fisica (la squadra non va allo stesso ritmo delle avversarie) e mentale (manca di aggressività, personalità e soprattutto va in crisi alla prima difficoltà). Nulla è ancora perduto, ma con le sfide a Cagliari e Bologna alle porte, prima dei big match con Roma e Atalanta, Andreazzoli è chiamato a correre ai ripari e fare punti, prima che la classifica di fine ottobre diventi, in quel caso sì, preoccupante e deficitaria.