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    Empolimania: serve un tempo per accendersi, ecco il Bajrami che conosciamo!

    Empolimania: serve un tempo per accendersi, ecco il Bajrami che conosciamo!

    • Carlo Alberto Pazienza
    Nelle ultime 6 gare l’Empoli ha perso una sola volta, allo scadere del match di Verona, portando a casa 3 vittorie e 2 pareggi. Un andamento strabiliante che poco ha che vedere con una squadra che deve lottare per salvarsi, una sensazione confermata anche dalla classifica, che oggi, a tre giornate dalla fine del girone d’andata, vede gli azzurri a +13 dalla zona retrocessione. Abbiamo già detto come sia ancora troppo presto per stare tranquilli (nel 2017 gli azzurri dilapidarono un vantaggio di 11 punti, alla 21^ giornata, finendo addirittura retrocessi), ma è giusto anche dire che, a meno di clamorosi ribaltoni nelle retrovie (in questo senso il mercato di gennaio potrà cambiare e di non poco i valori), gli azzurri si trovano a 5-6 vittorie dal raggiungimento dell’obiettivo. Per centrarlo però, l’Empoli deve mettere a posto una situazione che se fino a oggi non ha avuto particolari conseguenze, ma che a lungo andare inciderà sicuramente in senso negativo. Nelle 6 gare sopra citate, gli azzurri hanno sempre incassato gol per primi. Allarmante il dato dei primi tempi: 5 gol subiti, uno solo segnato. I punti e le vittorie sono arrivate lo stesso, a testimonianza di una tendenza ad accendersi solo nei secondi 45’, quando gli azzurri hanno segnato addirittura 11 reti. Se da un lato i toscani stanno mostrando uno stato di forma notevole, in quanto riescono a spingere sull'acceleratore nella parte solitamente decisiva delle gare, dall’altro c’è da lavorare sull'atteggiamento iniziale. Ieri l’Udinese avrebbe potuto chiudere la prima frazione tranquillamente sul doppio vantaggio, sprecando almeno un paio di buone occasioni. Un approccio simile si era visto a Torino e solamente l’espulsione di Singo ha permesso all’Empoli di recuperare una partita che sembrava persa al 15’ del primo tempo. 

    Fatta questa doverosa analisi sulle cose che ancora non funzionano, è giusto fare un meritato applauso a un gruppo e a un allenatore che stanno davvero stupendo tutti. Nel secondo tempo la squadra è riemersa dal baratro, svegliata dal gol alla Robben di Stojanovic e trascinata dal suo numero 10, Nedim Bajrami. Finalmente abbiamo rivisto il giocatore che nella passata stagione aveva incantato la serie cadetta con i suoi strappi e la sua fisicità. Prima ha trovato il gol del vantaggio da vero opportunista, poi ha confezionato un assist al bacio per il gol del definitivo 3-1 firmato da Pinamonti. È evidente che dietro la rinascita di Bajrami, che aveva fatto bene entrando dalla panchina sia a Verona che con la Fiorentina, c’è la mano di Aurelio Andreazzoli, che sta dimostrando di saper gestire con precisione scientifica la condizione fisica e soprattutto mentale dei suoi ragazzi. Questo Empoli non ha un vero e proprio leader, non c’è un solista che sale in cattedra e cambia la partita. C'è uno spartito suonato da un’orchestra diretta alla perfezione, in cui ogni componente, a prescindere che scenda in campo dall'inizio o a gara in corso, sa quello che deve fare e come farlo. Arrivati a questo punto della stagione, era francamente difficile aspettarsi questa classifica e questo risultato dal punto di vista della crescita. Adesso però viene il difficile, perchè nel girone di ritorno ci sarà da confermare quando fatto e portare a casa l’obiettivo. Le ultime della classe si rinforzeranno inevitabilmente nel mercato di gennaio, per cui i valori saranno molto diversi. Siamo sicuri che l’Empoli non farà operazioni (potrebbe salutare Mancuso che obiettivamente ha poco spazio), per cui la squadra che arriverà in fondo è quella visti fin qui. Dovrà lottare, ma ha tutte le carte in regola rimanere fuori dalla zona rossa della classifica fino al 22 maggio. 

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