Empolimania: questione d'identità
“Noi non siamo come voi”, dice Corsi riferendosi ai tifosi gigliati. Non ingigantiamo i successi, non ci perdiamo in presentazioni galattiche quando acquistiamo qualcuno e, di certo, difficilmente perdiamo la concentrazione nei momenti clou. Già, il confronto con Firenze. Roba che risale a Farinata degli Uberti (citato da Dante nella divina commedia) e che oggi si consuma a colpi di sfottò incassati (le battute sul Castellani smontabile) e distribuiti (contro la Juve la viola ha festeggiato all’andata scordandosi del ritorno, l’ultima stilettata di Corsi). Eppure non si tratta soltanto della classica rivalità nonsense. L’empolese è racchiuso tutto nelle parole del presidente: riservato, umile, capace di soffrire. Un contraltare perfetto rispetto alla tracotanza di chi sa di poter spendere maggiori forze sul campo, lasciando però a casa il cuore nei momenti decisivi.
Allora penso che il confronto - anche tra società con obiettivi sensibilmente diversi - possa pure diventare costruttivo, perché il messaggio lanciato è chiaro: quest’anno sarà ancora più dura, ma possiamo farcela a patto di non dimenticare mai la nostra identità, quella che ha condotto sovente l’Empoli verso traguardi impensabili. Un ingrediente che, unito alle conferme di Tonelli e Saponara potrebbe davvero tradursi nel traguardo minimo: il mantenimento della categoria.