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    Empolimania: la squadra è sempre dentro la partita, Romagnoli sempre più leader

    Empolimania: la squadra è sempre dentro la partita, Romagnoli sempre più leader

    • Carlo Alberto Pazienza
    Dopo il brutto esordio contro la Lazio aveva guardato le successive tre partite contro Juventus, Venezia e Sampdoria dalla panchina. Ed era stato proprio in quel momento, prima della trasferta di Cagliari, che Aurelio Andreazzoli parlò di Simone Romagnoli, il capitano azzurro, come vero il leader dello spogliatoio. Parole che suonarono strane, visto che in quel momento si stava parlando di una riserva. Andreazzoli però, che quest’anno sembra non riuscire a sbagliare una scelta, ci aveva preso anche lì. Da quel momento il numero 6 azzurro è tornato in pianta stabile nell'undici titolare, soggetto come tutti di un turnover ragionato, offrendo prestazioni sempre più convincenti. Ultima quella di ieri sera a Torino, una sfida che sembrava persa alla mezzora ma che l’Empoli è riuscita a rimettere in piedi anche grazie al suo capitano. Non solo per il gol arrivato nel momento giusto, ovvero pochi istanti dopo l’espulsione di Singo che aveva lasciato i granata in dieci, ma per la prestazione solida che ha fornito per tutti i novanta minuti, guidando la difesa come un vero leader sa fare. Un sostantivo con cui puoi essere chiamato anche Andrea La Mantia, conclamato uomo spogliatoio che adesso sta facendo la differenza anche in campo. Con la Fiorentina ci aveva messo del suo senza entrare nel tabellino, ieri invece il gol del pareggio che vale un punto pesantissimo è tutto suo. Ad agosto forse non lo avremmo mai detto, ma se oggi l’Empoli naviga in acque molto più che tranquille lo deve anche al gruppo e alla mentalità i trascinatori della passata stagione hanno trasmesso anche in Serie A.

    La partita è stata per l’Empoli ancora una volta a due facce. L’approccio è stato decisamente negativo, troppo morbido e poco concentrato rispetto a quanto aveva fatto vedere la squadra nelle precedenti uscite. Il 2-0 maturato dopo 15’ aveva già il sapore di una sentenza inequivocabile, sebbene ci fossero da giocare ancora 75 minuti. Gli azzurri, che adesso sanno reagire alle difficoltà e soprattutto a riescono a restare sempre dentro la partita, non si scompongono più di tanto e continuano a provare le cose che sanno fare. Quando ti trovi a rincorrere poi ci vuole anche che la fortuna giri dalla tua parte: così, alla mezz'ora, su una situazione che sembra casuale ma che in realtà è provata e riprovata in allenamento, il Torino resta rimasto in dieci e tutto cambia completamente. Sull’angolo seguente gli azzurri accorciano e stravolgono l’inerzia della gara. Il Toro abbassa le corna, è costretto a difendersi e nella ripresa esce a fatica dalla propria metà campo. Un contropiede condotto da Bremer poteva chiudere definitivamente i conti sul 3-1, ma come detto per completare una rimonta ci vuole fortuna. Fortuna e talento, come quello di Andreazzoli nel leggere le partite e scegliere sempre i cambi giusti. Dopo la Fiorentina era giusto rinnovare la fiducia La Mantia: l’attaccante è stato ancora una volta decisivo, deviando di testa il perfetto cross di Luperto e regalando così un pareggio d’oro agli azzurri. La classifica adesso fa sorridere, ma la storia ci insegna che per esaltarsi è molto preso. Nel 2017 gli azzurri dilapidarono un vantaggio di 11 punti, alla 21^ giornata, finendo addirittura retrocessi. Testa dunque alla sfida contro l’Udinese, in programma lunedì al Castellani: altra occasione per fare punti ma soprattutto impedire alle inseguitrici, friulani compresi, di avvicinarsi pericolosamente. 
     

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