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    Empolimania: Kovalenko l’arma in più a gara in corsa, adesso serve solo continuità

    Empolimania: Kovalenko l’arma in più a gara in corsa, adesso serve solo continuità

    • Carlo Alberto Pazienza
    Se tre indizi fanno una prova, allora si può dire che il caso è risolto. Il gol a Napoli, l’autogol avversario causato da una sua conclusione in porta nella sfida con il Sassuolo, l’assist per il pareggio decisivo di Cancellieri nella gara di ieri a Marassi. Viktor Kovalenko è un fattore e avere un giocatore in grado di incidere così anche dalla panchina, per l’Empoli è pura manna dal cielo. Un giocatore che pur non essendo ancora al massimo della forma (Andreazzoli nel post partita ha confermato che il ragazzo non ha più di un’ora di autonomia), riesce a fare la differenza anche nei pochi minuti che gli vengono messi a disposizione. Una risorsa preziosa per un Empoli che sembra sulla buona strada per compiere quella che ad oggi rimane un’impresa: la salvezza. Ieri a Genova la squadra ha fatto davvero una buona gara: nel primo tempo ha sofferto senza dubbio l’impeto e la qualità del Genoa, trascinata da giocatori come Messias e Malinovskyi che sono senza dubbio di qualità superiore. Dopo il gol del centrocampista ucraino però non ha mai rischiato e con pazienza e furbizia ha piano piano iniziato a guadagnare campo.

    Ancora una volta Andreazzoli è riuscito a sfruttare una delle migliori qualità, vale a dire leggere la partita e scegliere gli uomini giusti da mandare in campo. Così, sull’asse Grassi-Kovalenko-Cancellieri, entrati tutti nella ripresa, la squadra ha confezionato il gol del pareggio, capitalizzando, come del resto aveva fatto il Grifone, l’unico tiro in porta. Nel finale il Genoa ci ha creduto un po’ di più, ma tutto sommato il pareggio è un risultato che rispecchia quanto fatto in campo dalle due squadre e che soddisfa gli allenatori. L’Empoli adesso ha soltanto una necessità: dare continuità a queste prestazioni, cercando di mantenere sempre altissima l’asticella dell’attenzione. Andreazzoli si è reso conto benissimo che questa squadra non ha nulla a che vedere, dal punto di vista tecnico, con quella che ha guidato due stagioni fa, quando poteva contare su giocatori come Vicario, Parisi, prima Ricci e poi Asllani, DI Francesco, Bajrami, Pinamonti. Per cui non può puntare tutto sulla vocazione offensiva, deve piuttosto dare precedenza agli equilibri. Soltanto così, sfruttando magari altre caratteristiche, l’Empoli se la potrà giocare fino alla fine con le altre formazioni che lottano per lo stesso obiettivo.

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