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    Empolimania: imparare dalla seconda volta

    Empolimania: imparare dalla seconda volta

    • Paolo Lazzari
    Massimo Troisi lo ripeteva come un ironico mantra: “Il secondo film è difficile, si rischia di sbagliare, faccio direttamente il terzo”. Ecco, l’Empoli questo non può né vuole farlo, anche perché la serie A è un kolossal che non perdona i motti di spirito. Di seconde stagioni nella massima serie gli azzurri ne hanno vissute diverse e troppo spesso è giunta inesorabile la doccia gelata.

    Allora viene da chiedersi: con quale spirito affrontare un banco di prova che si presenta forse ancor più complesso rispetto a 12 mesi fa, atteso che quasi tutti i migliori hanno fatto i bagagli e che, per il momento, di slot da colmare ce ne sono parecchi? Certo, gli azzurri lo sanno: il destino delle provinciali è soffrire sino in fondo e nessuno si aspetta una campagna acquisti da emiro, da queste parti. Nessun crack - come è normale - ma tanta buona volontà. Quella che servirà per affrontare una stagione in salita, senza smettere di essere quel che si è: una squadra che sa coniugare il bel calcio alla formula immortale del sacrificio in campo.

    Una virtù che, diciamocelo, non ha mai fatto difetto a Massimo Maccarone, uno dei pochi big rimasti con convinzione a difendere le quattro mura del Castellani. Pensandoci bene anche lui ha un mantra, coincidente con quello dei tifosi: “L’Empoli non si discute, si ama”. Allora intanto ripartiamo da qui: fede, amore, umiltà. No, non si tratta di una svolta monastica. E’ il destino delle provinciali, un fato che non può essere discusso: solo vissuto.

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