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    Empolimania: il muro azzurro non cede, ma in attacco ancora poca brillantezza

    Empolimania: il muro azzurro non cede, ma in attacco ancora poca brillantezza

    • Carlo Alberto Pazienza
    Inutile girarci intorno, a Empoli siamo abituati bene. Negli ultimi anni la filosofia della società è sempre stata quella di allestire una squadra che potesse provare a conquistarsi la salvezza giocando a calcio. Così nelle ultime stagioni sono arrivate non solo le promozioni da record dalla Serie B, ma anche salvezze pirotecniche caratterizzate da risultati a sorpresa e goleade. Certo, anche retrocessioni amare che ancora oggi viene da chiedersi come sia stato possibile. Per questo, dopo due giornate con zero reti all’attivo (una in tre gare se si considera la Coppa Italia), il tifoso empolese medio storce il naso. Se però dopo la sfida di La Spezia l’amarezza era tutto sommato giustificata, il pareggio contro la Fiorentina, anche se per 0-0, non può essere accolto con la stessa insoddisfazione. Primo perchè davanti c’era una squadra che, verosimilmente, anche quest’anno lotterà per un posto in Europa, quindi con ben altre ambizioni, oltre che una qualità media e una possibilità di spesa nettamente superiore; e secondo perchè per una buona mezzora gli azzurri hanno giocato e in 10 e addirittura hanno chiuso in 9, disputando il maxi recupero di 10 minuti sotto assedio gigliato. Solamente per questa impresa, che vale un punto importante che smuove la classifica dopo lo scivolone della prima giornata, c'è da complimentarsi con squadra e staff tecnico. 

    Dal punto di vista difensivo la squadra ha dimostrato una tenuta e una compattezza quasi inedita per questo gruppo. Aspetto sul quale si vede, senza ombra di dubbio la mano di Paolo Zanetti, chiamato a sostituire Aurelio Andreazzoli proprio per mettere a posto il dato dei gol subiti, mai andato troppo giù al presidente Corsi nonostante la salvezza. Ovviamente se la squadra è più compatta e concede meno, significa anche che rischia meno e che quindi non si sbilancia indipendentemente dall’avversario e dal momento della partita, come invece abbiamo visto fare più e più volte all’Empoli di Andreazzoli. L’atteggiamento quindi è sicuramente cercato e voluto, ma in fase offensiva si denota ancora la mancanza di alcuni meccanismi che invece erano ben oliati, e spesso efficaci, nella passata stagione. Prestazioni dei singoli a parte (Destro è ancora lontano dalla miglior condizione, Bajrami lo stesso, Lammers mostra già la classe di cui è dotato, ma a volte pare predicare nel deserto), le distanze non sono ancora quelle giuste e l’intesa è tutta da trovare. Da un lato ce lo si poteva aspettare, visto che, Satriano e Destro a parte che hanno iniziato la preparazione, il pacchetto offensivo è stato completato i primi di agosto. Forse qui il mea culpa deve farlo la società, che ha consegnato gli attaccanti a Zanetti di fatto con la stagione alle porte. Non resta dunque che aver pazienza e fiducia nelle capacità del tecnico di far ben amalgamare caratteristiche e qualità dei suoi uomini offensivi, in attesa che qualcos’altro si muova sul mercato. Forse davanti gli azzurri sono a posto, ma a centrocampo e soprattutto in difesa servono innesti, di qualità ed esperienza.

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