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Empolimania: il mosaico di Sarri è ancora incompleto
Manca meno di un mese all'inizio della decima avventura dell'Empoli in serie A. Trenta giorni scarsi per riassaporare quel palcoscenico da cui gli azzurri erano scesi sei anni fa e che offrirà subito il suggestivo incrocio con Udine e con Totò Di Natale, indimenticabile trascinatore dei toscani nei primi anni duemila e ancora legato sentimentalmente a filo doppio alla società presieduta da Fabrizio Corsi.
Ma cosa manca, alla vigilia della composizione dei blocchi di partenza, all'Empoli per consegnare a mister Maurizio Sarri una rosa competitiva e completare un organico che, allo stato attuale, presenta alcune lacune da colmare facendo di necessità virtù e cercando di ottimizzare le (poche) risorse economiche a disposizione?
Completato con l'innesto di Luigi Sepe il parco portieri, resta da puntellare e arricchire il reparto difensivo che, al momento, sembra il settore più carente. Ci sono laterali dinamici e abili nella propulsione come Laurini, Mario Rui e Hisaj ma, sulla fascia destra, manca di fatto un esterno in grado di far rifiatare proprio il francese Laurini, elemento di qualità che potrebbe soprendere anche in massima serie, ma che necessita di un sostituto all'altezza. In zona centrale Daniele Rugani, a dispetto della verde età, rappresenta una certezza assoluta ma, dietro di lui, emerge la netta impressione che serva un centrale in grado di affiancarlo. La società, da alcune settimane, sta cercando un prototipo di giocatore con caratteristiche differenti da quelle in possesso del golden boy azzurro, un difensore forte fisicamente, dotato sul piano caratteriale e agonistico e nella rigida marcatura. Indizi che hanno portato prima a seguire la traccia Ceppitelli, poi quella dei viola Bianchetti e Camporese ma, al momento, il rebus in ruolo così delicato non si è ancora sciolto.
A centrocampo, rinforzata la mediana con la fisicità e l'esperienza di Guarente che va ad aggiungersi a un reparto composto da elementi duttili e versatili come Croce, Valdifiori, Moro e Signorelli, manca assolutamente un elemento di categoria in grado di affiancare e, talvolta, rilevare il giovane trequartista Simone Verdi, vertice alto del rombo di centrocampo azzurro e ruolo chiave nel 4-3-1-2 di impronta sarriana. Al momento la società di Monteboro sembra orientata a riempire gli spazi vuoti presentati dalla rosa in altre aree del campo ma il ruolo di rifinitore alle spalle degli attaccanti di ruolo assume connotati decisivi nello scacchiere tattico elaborato dall'allenatore valdarnese. L'attacco. Il reparto offensivo, al momento, sembra quello più completo e numericamente più fornito. Ci sarà certamente da testare la tenuta fisica dei totem Tavano e Maccarone, trascinatori assoluti sul piano della classe e del carisma ma ormai a un passo dalle 35 primavere. Il neoarrivato uruguagio Aguirre e il georgiano Mchedlidze rappresentano alternative interessanti e tutte da scoprire in serie A, mentre i giovani Pucciarelli e Rovini scalpitano per mettersi in luce e dimostrare il proprio valore ma l'impressione è che tutti debbano mettersi in fila per provare a spodestare i due "monumenti" titolari Tavano e Maccarone.