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Empolimania: il dovere di stupire ancora
La partita di domani contro la Sampdoria, ultima della stagione in programma al "Carlo Castellani", sancirà il congedo degli azzurri dal suo pubblico, al termine di un campionato che ha regalato grandi soddisfazioni e una salvezza ottenuta in netto anticipo sui tempi previsti. Per l'Empoli, nonostante la presenza di un avversario alla ricerca di punti decisivi per conquistare l'Europa, sarà l'occasione per chiudere la stagione in bellezza dopo due sconfitte consecutive con Fiorentina e Verona che hanno fatto, per usare un eufemismo, storcere la bocca all'assoluto protagonista della cavalcata dei toscani verso la salvezza: Maurizio Sarri. "Sono molto arrabbiato. Quando si perde per presunzione lo sono sempre. Fosse per me, spedirei tutti in ritiro". Parole dure, forse eccessive, pronunciate a caldo al termine del match di Verona da un personaggio che non conosce la parola rilassamento, e che è alla continua ricerca di nuovi stimoli anche quando l'obbiettivo stagionale è stato acquisito da tempo.
Nelle parole di Sarri emerge tutto il temperamento di un allenatore che non ammette cali di concentrazione e che fa della "fame" e delle forti motivazioni del gruppo la leva sulla quale costruire un solido progetto di gioco, un'identità tecnica e caratteriale che la sua squadra non deve mai smarrire. Sono giorni questi nei quali l'interesse verso ciò che succede all'interno del rettangolo verde, necessariamente passa in secondo piano rispetto alla programmazione del prossimo futuro della società toscana. La questione più dibattuta è certamente quella che ruota attorno alla permanenza o meno di Maurizio Sarri. Naturale che il tecnico di Figline Valdarno, dopo una stagione che l'ha proiettato sulla ribalta mediatica, intenda avere solide garanzie sul progetto tecnico e sul materiale umano che la dirigenza azzurra è in grado di offrirgli. Non si tratta soltanto di qualità degli uomini a disposizione ma anche di aspetti motivazionali di un gruppo che conservi immutata la volontà di lottare e di soprendere.
Molti tra i protagonisti del torneo che sta per concludersi andranno via da Empoli, per perseguire il sogno di lottare per traguardi più ambiziosi. Da Sepe a Rugani, da Valdifiori a Mario Rui, saranno numerose le partenze eccellenti che la società di Fabrizio Corsi non potrà impedire. Difficile che un talento come Saponara, dopo lo straordinario finale di stagione corredato da 7 reti in 15 gare, possa resistere di fronte alle suadenti sirene di mercato che stanno echeggiando a gran voce il suo nome. Altrattanto difficile che il leader dello spogliatoio Massimo Maccarone, prossimo alle 36 primavere, possa offrire il medesimo contributo realizzativo di quest'anno o che il 33enne Daniele Croce ripeta le prestazioni sciorinate nel corso della stagione.
In una prossima serie A in cui si affacceranno per la prima volta realtà motivatissime come Carpi e Frosinone, l'Empoli deve trovare dentro di sè l'umiltà e la forza morale per mantenere intatte le proprie caratteristiche di matricola desiderosa ancora di sorprendere. Senza quel sottile e inconscio senso di presunzione o di appagamento temuto in questi giorni da Maurizio Sarri. L'Empoli dovrà continuare a essere quell'isola felice in cui si può lavorare senza pressioni, l'oasi in cui si ha la libertà di costruire un progetto sano e credibile dal punto di vista tattico ed economico, senza spengere quel fuoco positivo che l'ha animata nel torneo che sta per andare in archivio.
Nelle parole di Sarri emerge tutto il temperamento di un allenatore che non ammette cali di concentrazione e che fa della "fame" e delle forti motivazioni del gruppo la leva sulla quale costruire un solido progetto di gioco, un'identità tecnica e caratteriale che la sua squadra non deve mai smarrire. Sono giorni questi nei quali l'interesse verso ciò che succede all'interno del rettangolo verde, necessariamente passa in secondo piano rispetto alla programmazione del prossimo futuro della società toscana. La questione più dibattuta è certamente quella che ruota attorno alla permanenza o meno di Maurizio Sarri. Naturale che il tecnico di Figline Valdarno, dopo una stagione che l'ha proiettato sulla ribalta mediatica, intenda avere solide garanzie sul progetto tecnico e sul materiale umano che la dirigenza azzurra è in grado di offrirgli. Non si tratta soltanto di qualità degli uomini a disposizione ma anche di aspetti motivazionali di un gruppo che conservi immutata la volontà di lottare e di soprendere.
Molti tra i protagonisti del torneo che sta per concludersi andranno via da Empoli, per perseguire il sogno di lottare per traguardi più ambiziosi. Da Sepe a Rugani, da Valdifiori a Mario Rui, saranno numerose le partenze eccellenti che la società di Fabrizio Corsi non potrà impedire. Difficile che un talento come Saponara, dopo lo straordinario finale di stagione corredato da 7 reti in 15 gare, possa resistere di fronte alle suadenti sirene di mercato che stanno echeggiando a gran voce il suo nome. Altrattanto difficile che il leader dello spogliatoio Massimo Maccarone, prossimo alle 36 primavere, possa offrire il medesimo contributo realizzativo di quest'anno o che il 33enne Daniele Croce ripeta le prestazioni sciorinate nel corso della stagione.
In una prossima serie A in cui si affacceranno per la prima volta realtà motivatissime come Carpi e Frosinone, l'Empoli deve trovare dentro di sè l'umiltà e la forza morale per mantenere intatte le proprie caratteristiche di matricola desiderosa ancora di sorprendere. Senza quel sottile e inconscio senso di presunzione o di appagamento temuto in questi giorni da Maurizio Sarri. L'Empoli dovrà continuare a essere quell'isola felice in cui si può lavorare senza pressioni, l'oasi in cui si ha la libertà di costruire un progetto sano e credibile dal punto di vista tattico ed economico, senza spengere quel fuoco positivo che l'ha animata nel torneo che sta per andare in archivio.