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    Empolimania: il bel gioco non paga, giusto continuare su questa strada?

    Empolimania: il bel gioco non paga, giusto continuare su questa strada?

    • Carlo Alberto Pazienza
    A raccontarlo si fa fatica a crederci. Uno dei migliori Empoli della stagione, capace di mettere alle corde una squadra reduce da una goleada di Champions, perde ancora e si ritrova a fine gara a leccarsi le ferite e rammaricarsi per quello che poteva essere e che invece non è stato. Una squadra tanto bella quanto poco cinica, che nonostante l’enorme mole di gioco prodotta contro un avversario di primo livello, resta a digiuno di gol e di punti per la seconda volta consecutiva, l’ennesima in questa poco fortunata stagione. Già perché tutto si può dire, ma non che la dea bendata stia sorridendo agli azzurri. Nella gara contro i giallorossi è stato raggiunto l’apice: puniti alla prima distrazione su palla inattiva, i toscani hanno prima colpito un palo (il numero 8 dall’inizio del campionato), poi hanno fallito un calcio di rigore e infine sbagliato due ghiottissime palle gol che avrebbero potuto rimettere i giochi in parità. Insomma, anche contro la Roma si è rivisto il solito copione che tormenta Andreazzoli ormai da diverse settimane: bel gioco, tanti complimenti, molti applausi, ma poche vittorie (una) e pochi punti (5). Sembra incredibile, ma ad oggi l’Empoli ha più pali colpiti che punti guadagnati.

    Allora la domanda viene spontanea: visti i risultati, non converrebbe abbandonare la strada del bel gioco per puntare ad una maggiore concretezza? Se bastasse scegliere siamo sicuri che Andreazzoli e il suo team baratterebbero volentieri un paio di vittorie con le ottime prestazioni fornite fin qui, ma evidentemente stiamo parlando di fantacalcio. In realtà quella del “bel gioco” è una filosofia che gli azzurri hanno iniziato a sposare già da qualche anno: un percorso lanciato da Sarri, coltivato da Giampaolo, interrotto con Martusciello ma ripreso subito in Serie B con Vivarini/Andreazzoli. Il tecnico di Massa continua a dirsi soddisfatto e fondamentalmente è giusto dargli fiducia. Effettivamente la squadra gioca, sta bene fisicamente, corre e lotta fino al novantesimo, crea molte occasioni da gol a partita. Spesso però manca nell’ultimo passaggio e pecca di concretezza in zona gol. E dove non arrivano gli interventi miracolosi dei portieri avversari ci si mettono pure i legni. La speranza è che il momento “iellato” passi alla svelta: intanto il primo quinto di campionato se n'è andato e l’Empoli stazione nei bassifondi della classifica, proprio come due anni fa. Analogie con quella sciagurata stagione per ora ce ne sono poche, ma alla fine nel calcio contano i risultati e se per gli azzurri tarderanno ancora ad arrivare, allora presto ci sarà da preoccuparsi.

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