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Empolimania: derby tra mercato e polemiche, domenica gli azzurri cercano conferme
In queste due settimane di stop, arrivate forse nel momento peggiore per gli azzurri, di tutto si è parlato fuorché di calcio. Prima la polemica relativa ai biglietti, poi le continue flash di mercato rimbalzate sul stampa cartacea e web, infine il comunicato di Corsi per smentire le insistenti voci di mercato.
Insomma, se ancora qualcuno non se ne fosse accorto, siamo in pieno clima derby. Sì perchè la gara con la Fiorentina, nonostante i protagonisti tendano sempre a minimizzare, non è mai una partita come le altre. Non è un derby sentito come quello di Milano o di Roma, ovviamente, ma in Provincia di Firenze ha il suo fascino. E un suo peso.
Soprattutto nelle ultime stagioni, da quando l'Empoli, di ritorno in Serie A, si è dimostrata squadra organizzata, capace di mostrare un gioco di qualità e mettere in difficoltà ogni avversario. Ne sanno qualcosa proprio i viola, che contro gli azzurri nella passata stagione hanno racimolato un misero punto in due partite.
Da quella storica vittoria dell'aprile scorso, che al Castellani mancava addirittura da 30 anni, sono cambiate parecchie cose, da una parte e dall'altra. Quello era l'Empoli di Giampaolo, una squadra matura e conscia dei propri mezzi. Oggi l'Empoli di Martusciello è una formazione ancora in cerca di un'identità precisa, che deve dimostrare di meritarsi la salvezza sul campo.
I viola però non troveranno una squadra spenta e delusa, ma una formazionein crescita, vogliosa di dimostrare a sé stessa e ai tifosi che la vittoria di Pescara non è un caso isolato. Gli attaccanti si sono finalmente sbloccati tutti e tre in un colpo solo: adesso però dovranno dimostrare continuità di gol e prestazioni.
Il 4-0 dell'Adriatico ha fatto capire che gli azzurri hanno forse qualcosa in più delle dirette concorrenti nella lotta per non retrocedere, ma per fare risultato con la Fiorentina ci vorrà una vera e propria impresa. Una parola che forse oggi non è nelle corde di questa squadra, ma che, almeno un paio di volte a stagione, al Castellani torna sorprendentemente di uso comune.