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    Empolimania: dalle stelle alle stalle! Ancora in cerca di una precisa identità

    Empolimania: dalle stelle alle stalle! Ancora in cerca di una precisa identità

    • Carlo Alberto Pazienza
    Grande con le grandi, piccola con una piccola. Tre partite non possono bastare per dare un giudizio, ma se ci dovessimo basare su quanto visto in queste prime uscite in campionato, verrebbe da pensare che l’Empoli di Aurelio Andreazzoli deve ancora trovare la sua strada. Dopo due prestazioni eccellenti offerte con squadre nettamente superiori come Lazio e Juve, uscendo addirittura dalla Stadium bianconero con tre punti meritati, contro il Venezia, avversario che rappresenta in pieno la tipologia di rivale su quale gli azzurri devono costruire il proprio percorso salvezza, è arrivata una prova deludente e quasi scoraggiante. Dopo aver battuto la Juventus a domicilio ci si aspettava molto da questa squadra, forse troppo, ma a mandare in crisi la squadra azzurra è bastato un pressing intenso e una maggior cattiveria agonistica. Per carità, una partita sbagliata ci può stare, così come può capitare una sconfitta contro una diretta concorrente per evitare la retrocessione, ma prestazione e atteggiamento però hanno ben poche giustificazioni. Più che altro desta preoccupazione il fatto che questo Empoli sia molto simile, nell’approccio alla gara e nella capacità/incapacità di reagire alle difficoltà, a quello già guidato da Andreazzoli nell’amara stagione 2018/2019: quella conclusa con la retrocessione all’ultima giornata, quella dell'avvicendamento Andreazzoli-Iachini-Andreazzoli in panchina, quella in cui a vestire la maglia azzurra c’era fior fior di giocatori come Dragowski, Silvestre, Krunic, Bennacer, Caputo, Traoré. 

    I pregi, ma anche i difetti, dell’Empoli di ieri e dell’Empoli di oggi sembrano gli stessi. Gli azzurri danno il meglio quando affrontano avversari di spessore che lasciano ampi spazi in mezzo al campo: la qualità e la velocità degli uomini a disposizione di Andreazzoli (Stojanovic, Bajrami, Bandinelli, Ricci, Mancuso), vengono esaltate proprio in queste situazioni e anche se alla lunga i valori escono fuori (vedi Lazio), il colpo a sorpresa può anche venir fuori (vedi Juventus). La squadra però, allora come oggi, soffre il pressing avversario, fatica a trovare soluzioni offensive diverse e, almeno per quanto visto con il Venezia, non ha cattiveria sufficiente per dominare l’avversario dal punto di vista fisico e mentale. In qualità di allenatore più maturo del campionato, Andreazzoli ha sicuramente le capacità e le conoscenza per cambiare l’impostazione della squadra e adattarla in base all’avversario. Se dalla cintola in sù gli azzurri possono essere considerati tra i più completi tra le squadre che lottano per conservare la categoria, in difesa lo standard non è allo stesso livello. Ciononostante, non possono bastare 13’ di pressing e un disimpegno sbagliato per consentire al Venezia, che fino alla sfida del Castellani aveva tutt’altro che impressionato, di trovare la via della rete e mettere la gara sui binari a lei più congeniali. Il tempo, ovviamente, gioca in favore degli azzurri: i primi due schiaffi della stagione contro Lazio e Venezia, di portata e significato diverso, sono stati incassati. Adesso è già il momento di trovare i correttivi giusti per evitare di commettere gli stessi errori del passato.

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