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    Empolimania: da protagonisti a comprimari, Bajrami e Mancuso riusciranno a rilanciarsi?

    Empolimania: da protagonisti a comprimari, Bajrami e Mancuso riusciranno a rilanciarsi?

    • Carlo Alberto Pazienza
    Se a fine agosto mi avessero detto che già a novembre Leonardo Mancuso e Nedim Bajrami sarebbero diventate due riserve, probabilmente mi sarei messo a ridere. Specie dopo l’inizio di campionato che aveva fatto ben intendere le gerarchie (evidentemente provvisorie) di Andreazzoli e soprattutto dopo che il campo aveva dato le prime confortanti conferme dopo la grande stagione disputata da entrambi in Serie B: gol vittoria di Mancuso a Torino con la Juve, buona prestazione con tanto di assist nell’esordio contro la Lazio e gol dal dischetto al Venezia per Bajrami. Insomma, tutto faceva pensare che sarebbero stati ancora il numero 7 e il numero 10 azzurro gli uomini di riferimento di Andreazzoli per l’assalto alla salvezza. Calcio d’agosto. Già, perché nell’evoluzione che il tecnico di Massa sta facendo compiere a squadra e giocatori, delineando una ben precisa idea di calcio dove tutti sanno cosa fare a prescindere da chi scenda in campo, il centravanti milanese e il trequartista albanese non riescono a tenere il passo dei compagni. A fare la differenza sono state le prestazioni sul campo, negative per entrambi eccezion fatta per i due episodi sopracitati. Non è un caso evidentemente che abbiano condiviso in panchina gli ultimi 180’ di campionato prima della sosta, sia nella vittoria a Sassuolo che nel pareggio in casa con il Genoa, dove per ribaltare lo svantaggio Andreazzoli si è affidato agli ingressi di Cutrone, Zurkowski e Parisi. Due panchine pesanti che però, visti gli ottimi risultati della squadra, non hanno fatto poi così tanto rumore.

    Mancuso sembra quasi uscito definitivamente dalle rotazioni di Andreazzoli. Dopo 4 gare consecutive da titolare, nelle ultime 8 l’attaccante autore di venti gol nello scorso campionato cadetto ha giocato solo 83’, spalmati nelle sconfitte con Roma e Inter. Per lui all’attivo un solo gol e tante insufficienze in pagella. Più lineare, almeno fino a due settimane fa, il rendimento di Nedim Bajrami, sempre coinvolto da Andreazzoli anche solo per uno spezzone in tutte le prime dieci giornate di Serie A. Proprio come Mancuso però, il trequartista dopo le prime quattro uscite è partito dall’inizio solo in due occasioni: il successo sul Bologna e la sconfitta per mano dell’Inter. Dall’esterno il motivo di queste esclusioni eccellenti pare essere prettamente di origine tattica. Andreazzoli sta chiedendo alla squadra un grande pressing, tanto movimento su tutti i lati del campo e un continuo scambio di posizioni tra mediani e trequartisti. Non a caso stanno trovando molto spazio giocatori duttili come Di Francesco, Henderson, Haas e Zurkowski che riescono a intercambiarsi senza difficoltà. Bajrami invece è un giocatore che tende molto ad allargarsi (nasce infatti esterno, poi grazie a Dionisi è diventato trequartista) che ha bisogno di spazi per liberare la sua velocità: caratteristiche eccellenti in fase di contropiede. In avanti Andreazzoli ha scelto la fisicità e la voglia di imporsi di Pinamonti, spesso capace di tenere impegnate da solo le difese altrui e di giocare molto bene con i compagni, anche spalle alla porta. Diverse le caratteristiche di Mancuso, un autentico finalizzatore al quale può anche bastare una sola palla per modificare le sorti di una gara, ma che non ha nelle corde di venire in contro e giocare di sponda. Se per Bajrami c’è la sensazione che alla lunga possa trovare spazio e tornare ad essere protagonista, per Mancuso ad oggi la cosa sembra più complicata. Non a caso proprio nelle ultime ore si è fatta insistente la voce di un suo possibile trasferimento al Monza, disperatamente alla ricerca di un bomber che possa risollevare le sorti di una stagione che per i lombardi si avvia ad essere nuovamente deludente.

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