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    Emozioni e carattere: il Verona prima domina, poi crolla contro un Milan che si esalta nella rimonta

    Emozioni e carattere: il Verona prima domina, poi crolla contro un Milan che si esalta nella rimonta

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Che partita! Che emozioni! Sotto di due gol alla fine d’un primo tempo quasi stellare del Verona, nel secondo il Milan rinsavisce, rimonta e alla fine vince pure. E, in attesa del match di domani tra il Napoli e il Torino, si piazza anche al primo posto, ricacciando indietro di cinque punti l’Inter. Non si ferma, dunque, il Milan dei troppi infortuni e delle tante assenze. Non si ferma, anche se stavolta più che al solito gioco deve far ricorso ad una dote sino ad ora rimasta un po’ nascosta:  riuscire a reagire e a vincere anche nei momenti complicati. Sì, perché era diventata davvero complicata, questa partita per un tempo dominata dal Verona. Ma è durato un tempo il bel pallone della squadra di Tudor, nel finale pure un poco sfortunata, visto che alla resa l’ha costretta un autogol.

    E allora, la mette subito sul coraggioso, il Verona. Si mantiene alto, è aggressivo e non si ferma mai. Il solito Verona, si potrebbe dire, ma stavolta, forse, con un pizzico di determinazione e d’attenzione in più. Ma non è un caso. Nient’affatto. E’ una strategia. Tudor l’ha studiata e pensata così questa partita. Il principio è: non lasciare tempo al Milan di pensare; di giocare palla con tranquillità. E infatti, per questo certamente, ma, non v’è dubbio, pure per i cerotti e le bende che il Milan si trascina in campo, il piano veronese ha subito successo. Soffre, la squadra di Pioli. Fa fatica. Non ragiona. Cosicché il suo calcio non diverte e non fa paura, mentre di minuto in minuto il Verona affina la tecnica e trova sicurezze. Pronti via o giù di lì e Tatarusanu è già chiamato da Ilic a salvarsi in angolo. Tre minuti dopo (7’) la partita già racconta un’altra storia. Veloso (importante il suo rientro) recupera una mezza palla sporca e la trasforma in oro per Caprari, il quale mentre Romagnoli e Tomori s’appisolano sulla riga dei sedici metri, spara un destro che il povero Tata può solo accarezzare e accompagnare in porta. Troppa libertà per Veloso e ”troppissima” per Caprari, il quale galleggiando tra centrocampo e attacco fa quello che vuole. Sette minuti e il Milan che non ha capito ancora che cosa deve fare, si ritrova sotto. E non si può giustificare tutto con le assenze. Pesanti, è vero, ma determinanti sino a questo punto? Fosse così, sarebbe preoccupante per una squadra che ha diritto a speranze e ad ambizioni e che s’appresta a volare in Portogallo per la Champions.

    Ma tant’è. Il Milan non riesce proprio a sfuggire al calcio di contatto del Verona. Alle sue marcature rigidamente ad uomo ed asfissianti soprattutto in mezzo al campo. Alla fiducia crescente della squadra di Tudor che se la gode eccome! Un brivido per un destro di Maldini (per la prima volta titolare a casa sua) e il Milan ci ricasca. Nel senso che è lento nella lettura della sovrapposizione di Lazovic a Caprari e sul cross basso Romagnoli va in contrasto con Kalinic. Rigore. Rigore che Barak trasforma. Che notte per questo Verona dal gioco cinico e essenziale, ma anche tecnicamente eccellente e tatticamente ai limiti della perfezione. In questa stagione non era mai accaduto che il Milan, da quella gran bella squadra che è, si sciogliesse in questo modo davanti a un avversario. O, se si vuole, che perdesse tutti, ma proprio tutti i duelli in campo. Brutta faccenda anche perché siamo alla vigilia del match col Porto in Champions, non v’è dubbio.

    Dunque, un paio di tiri e basta - e per giunta mai tra i pali – il bilancio d’attacco rossonero. Praticamente niente. E manco non bastasse, Pioli perde pure Rebic, costretto a uscire per un accidente e sostituito da Leao. Ma non basta. Non può bastare il ragazzo portoghese per ribaltare la partita. Occorre altro. Deve inventarsi qualcosa, il povero Pioli. E, infatti, quando torna in campo per il secondo tempo, il Milan si presenta con Castillejo e Krunic al posto di Saelemaekers e di Maldini. Fa quello che può, Pioli, nel tentativo di far svegliare i suoi. Mentre Ibra - recuperato, ma certo non al meglio - resta là, in panchina, in caldo più per la Coppa che per questa partita. E in verità si rianima un poco questo Milan. Cambia marcia. E’ più “intenso” nelle sue giocate e anche più rapido nel trasferimento del pallone. E il Verona arretra, perde campo, subisce fors’anche perché ha dato tanto nel primo tempo in quanto a corsa. Arretra, il Verona. Troppo. Tant’è che rimette in discussione il risultato quando Giroud di testa (59’) sfrutta un suggerimento telecomandato di Leao. Eh, sì, ora è un’altra partita quella che si vede e che si gioca e che Tudor prova a non lasciarsi sfuggire dalle mani. E allora, in successione rapida, dentro i muscoli di Tameze per Veloso; Simeone per Caprari e poi pure Lasagna per Kalinic, è ovvio. Come è ovvio il disegno di Tudor: squadra più raccolta e appena possibile far scattare il contropiede sfruttando la velocità di Lasagna soprattutto. Se la giocano così, gli allenatori, mentre in campo ora c’è soprattutto il Milan. Magari non geometrico come nel passato più recente, ma pieno di carattere e di voglia.

    Ed è così che (75’) Kessie pure lui dal dischetto, rimette in pari il risultato. Rigore guadagnato dallo spagnolo Castillejo, affondato da Faraoni in area di rigore. Partita che si chiude? Manco per scherzo, è ovvio. Perché Pioli sa che ormai il Verona non è più quello dei due gol nel primo tempo. E allora ecco l’idea per vincere la gara: fuori Bennacer e dentro pure Ibra, praticamente quasi nuovo per il campionato. E, come si dice: basta la parola. O, meglio, basta la presenza. Ibra entra e su cross di Castillejo Gunter s’emoziona, s’imbroglia con i piedi e manda il pallone dentro la propria porta. Solita storia: il Verona non sa gestire i vantaggi, anche quelli doppi, mentre al Milan riesce una rimonta che oltre a valere tre punti, scaccia pure un mucchio di brutti pensieri.

    :(actionzone)

    IL TABELLINO

    Milan (4-2-3-1): Tatarusanu; Calabria, Romagnoli, Tomori, Ballo Tourè; Bennacer (33' st Ibrahimovic), Kessie; Saelemaekers (1' st Castillejo), Maldini (1' st Krunic), Rebic (32' pt Leao); Giroud (37' st Tonali). Adisposizione: Conti, Gabbia, Jungdal, Kalulu, Kjaer, Pellegri. Allenatore: Pioli.

    Verona (3-4-2-1): Montipò; Ceccherini (1' st Sutalo), Gunter, Casale; Faraoni, Ilic, Veloso (15' st Tameze), Lazovic (34' st Cancellieri); Barak, Caprari (15' st Simeone); Kalinic (18' st Lasagna). A disposizione: Berardi, Bessa, Cetin, Hongla, Magnani, Pandur, Ruegg. Allenatore: Tudor.

    Arbitro: Prontera di Bologna

    Marcatori: 7' pt Caprari (V), 24' pt su rig. Barak (V), 14' st Giroud (M), 31' st su rig. Kessie (M), 33' st aut. Gunter (M).

    Note: Ammoniti Ballo Tourè (M); Ceccherini, Kalinic, Casale, Veloso (V). Recupero: 2' pt e 4' st.

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