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  • El Shaarawy, Locatelli e quelle lacrime che sanno di rivincita

    El Shaarawy, Locatelli e quelle lacrime che sanno di rivincita

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Il gesto di questo week end sono le lacrime. Calde lacrime, copiose e sincere. Le lacrime di El Shaarawy, le lacrime di Locatelli. Piangono i calciatori di Serie A, nella scena-madre della 9ª giornata. Piangono dopo un gol decisivo. Il tiro-gol di Locatelli piega il Milan e rilancia la Juventus. Il tiro-gol di El Shaarawy piega il Monza e rilancia la Roma. Il cuore è un tamburo che rimbalza a casaccio nel petto, l’adrenalina si acquieta, nell’arena il gladiatore si arrende all’inevitabile commozione. Lacrime di gioia, liberatorie, dolcissime, copiose, mute, catartiche. Che commozione, che tenerezza. O no? Non facciamo i cinici. Da qualsiasi parte le si voglia considerare, queste sono lacrime che sanno di rivincita.

    Locatelli ha pianto per liberarsi di un peso, per le offese subite dai suoi ex tifosi, per i cori contro, per gli insulti che gli sono piombati addosso per tutta la partita. Perché la sua storia ha fatto il giro e sette anni sono passati da quando - 22 ottobre 2016, certe volte il destino fissa le date con una esattezza che non può non impressionare - segnò un gol strepitoso contro la Juventus. Capitava sempre a San Siro, Manuel aveva la maglia del Milan, portava a spasso con leggerezza i suoi diciotto anni e un mondo di sogni. Per lui cresciuto nelle giovanili rossonere, quel gol significava l’inizio di una grande storia. Interrotta, però. Il Milan lo scaricò, Locatelli ripartì dal Sassuolo, poi ha risalito la corrente e da tre anni è un punto fermo della Juventus. Locatelli piangeva per aver chiuso il cerchio, per aver fatto i conti con la propria storia.

    El Shaarawy piangeva per frustrazione, perché non ne poteva più, perché il suo nome è stato tirato in ballo nello scandalo delle scommesse. “Queste lacrime sono lo sfogo per una settimana pesante”, ha scritto sui social e ha ripetuto dopo la partita: “Ho la coscienza a posto”. Ora l’attaccante della Roma dice che procederà con le querele, assicura che lui ha sempre rispettato il calcio, che mai e poi mai inquinerebbe i propri sogni scommettendo. Va creduto. Il Faraone cercava consolazione, i compagni l’hanno abbracciato, i tifosi della Roma si sono schierati dalla sua parte.

    Le lacrime di Locatelli, le lacrime di El Shaarawy. Se fossimo in un reality questi sarebbero i momenti di maggior audience, sequenze che tengono incollati gli spettatori e che forse - forse - ci rivelano qualcosa dei nostri piccoli grandi idoli. Chissà qual è il punto esatto in cui l’emozione - tutto quello che ci balla dentro - si traduce in pianto. Non lo sappiamo, per ognuno di noi è diverso. Ciò che sappiamo è che certe volte - ce lo dicono le lacrime di Manuel e di Stephan - piangere è una liberazione. Non si giudica, si assiste. Triplice fischio, fatevi un bel pianto e andate in pace.

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