El camerero y lo ilusionista: l'arte di Don Andrés
Nessuna cresta, nessun tatuaggio evidente. Pochi diradati capelli, come un campetto spelacchiato. Il volto pallido e anonimo di un camerero qualsiasi che serve tapas lungo le strade del Paseo de Gracia. Tutto in Don Andrés suggerisce normalità. E qui inizia l'inganno.
Se il calcio fosse solo velocità atletica, Iniesta rischierebbe di finirne travolto e probabilmente non saremmo qui a parlare del più forte centrocampista degli ultimi vent'anni . La sua rapidità e' essenzialmente mentale e tecnica: lettura, esecuzione. Si stacca dall'avversario per ricever palla, dopo di che la sua normalità diventa grandezza.
Tecnica, intelligenza e freddezza discendono sul gioco. Sorprende la naturalezza. L'illusionista mostra il pallone agli avversari, li attira a sé invitandoli sul palco quasi a svelare il trucco ed, una volta irretiti, li lascia di stucco. La palla scompare tra i piedi di Andrès, per poi riappare lungo corridoi nascosti.
Altre volte (come ieri contro il Psg) Iniesta si lascia pressare dissimulando una difficoltà. Non confondetevi, sta solo elaborando un altro dei suoi trucchi. Due avversari provano il pressing, lui con una sola finta li lascia sul posto. Di slancio ne salta un terzo mettendolo fuori tempo. In quei momenti le pulsazioni salgono a mille, l'affanno suggerirebbe ai più di dar via il pallone, ma non c'è ansia in Iniesta. Esegue con naturalezza rendendo semplici questioni complicate. Prosegue palla al piede, in verticale. Attira a sé gli ultimi difensori liberandosi della sfera raggiunto il punto di maggior pericolo, laddove serve l'assist vincente. Ceduto il pallone torna ad essere il ragazzo modesto di Paseo de Gracia che il gol preferisce “servirlo”, magari su vassoio d'argento da autentico camerero in livrea.
Neymar ringrazia e certo non può sbagliare. E perdonate l'enfasi se in tempi di creste divento pazzo per la normalità di Iniesta. Tanto prima o dopo la palla arriva tra i suoi piedi.