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    Ecco perché tutti vogliono il Manchester United

    Ecco perché tutti vogliono il Manchester United

    • Marcel Vulpis
      Marcel Vulpis
    Sale la febbre per la vendita del Manchester United. La famiglia Glazer (proprietaria del club da oltre 18 anni) ha deciso di cedere il club, ma le offerte dovranno arrivare, sul tavolo dei proprietari americani, entro e non oltre il prossimo 17 febbraio. Nella realtà il via libera era già arrivato, lo scorso 22 novembre, quando i vertici societari avevano comunicato di voler esplorare “nuove alternative strategiche” (inizialmente, come ipotesi, erano previsti anche nuovi investimenti e altre tipologie di transazione). Un’operazione funzionale alla crescita futura dei “Red Devils”, con l’”obiettivo finale di capitalizzare opportunità sia sul campo che dal punto di vista commerciale”. 

    Quattro ipotesi - Diversi gli scenari emersi sulla stampa britannica. Al momento quello più credibile porta in Qatar, dove un gruppo di investitori locali (con base nella capitale Doha), sarebbe pronto ad investire la cifra monstre di 6 miliardi di euro. Il consorzio qatariota dovrà vedersela, però, con altri concorrenti anch’essi interessati al brand Manchester United. Il primo è Jim Ratcliffe, magnate britannico della chimica  (proprietario del colosso Ineos) e tifoso del ManUtd fin dalla giovane età. Con un patrimonio, stimato da Forbes, in oltre 13,5 miliardi di euro. In questo momento è lo scenario più credibile. 

    Sempre Ratcliffe è proprietario del Nizza in Francia e del Losanna in Svizzera, oltre ad essere il patron di Ineos Britannia (imbarcazione velica da Coppa America) e di una scuderia di ciclismo professionistico (l’Ineos Grenadiers). Già precedentemente l’imprenditore inglese aveva provato la scalata ad un club di Premier League. Nella primavera del 2022, infatti, ha offerto 4,8 miliardi di euro per l’acquisto del Chelsea. Ipotesi naufragata di fronte all’offerta del consorzio guidato da Todd Boehly

    Secondo il Daily Mail vi sarebbe anche l’interesse dell’ex campione David Beckham (cresciuto proprio nel Manchester United), insieme ad un gruppo di investitori internazionali. Ultima ipotesi, ma non per importanza, un importante fondo saudita privato (diverso dal PIF, che ha acquisito, mesi fa, il Newcastle United). 

    Brand appeal - Il forte interesse per il ManUtd è strettamente collegato agli “economics” del club di Premiership. L’ultima indagine “Money League” di Deloitte inserisce i Red Devils al 4° posto, con un valore della produzione pari a 688 milioni di euro. Uno dei punti di forza del Manchester United è l’impatto delle sponsorizzazioni (soprattutto di maglia) sui ricavi societari. Per il prossimo lustro (ma il contratto è diventato operativo più di un anno fa) TeamViewer (multinazionale che si occupa di assistenza da remoto per la manutenzione di computer e altri dispositivi) sostituirà il marchio Chevrolet sulla divisa di gara. L’accordo economico è superiore ai 55 milioni di euro annui. Dal 2021/22 è partita una vera e propria collaborazione strategica tra la società di calcio più popolare al mondo ed una tra le realtà tecnologiche con il maggior tasso di crescita in Europa. Grazie alla copertura mediatica del Manchester United (vanta oltre 182 milioni di tifosi sui vari social network) il marchio TeamViewer sarà visibile a livello internazionale, potenziando così la conoscenza del servizio e delle tecnologie sviluppate. 

    Nello specifico il club di Manchester presenta 34,9 milioni di follower su Twitter, 80,12 milioni di fan su Facebook, 60,8 milioni di follower su Instagram e 7,36 milioni di iscritti sul proprio canale di Youtube.  Uno dei punti di forza che ha portato alla firma con TeamViewer è il numero di fan/simpatizzanti che si dichiarano vicini ai Red Devils: un bacino di utenza stimato in 650 milioni di appassionati.

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