Dalla moda e dalle auto fino all'Inter, siamo il Paese del Dragone: meglio così
PASSATO E PRESENTE - Sconforta perché sembra che l’Inter (il calcio) si avvii a perdere definitivamente le sue radici e tronchi con un passato perduto mai più in grado di riaffiorare. Ma, Proust insegna, il passato non si perde mai del tutto e ritorna quando meno te lo aspetti, in un gesto, in un volto, in un presentimento. Rasserena il fatto che per un signore dal patrimonio personale di oltre 4 miliardi di dollari, a capo di televisioni e di una catena commerciale che conta 1.700 negozi, l’Inter può diventare una creatura da accudire e viziare. D’altra parte invidiamo il calcio “petrodollaresco” degli sceicchi e ci abbattiamo per una scena nazionale relegata al ruolo di comprimaria, non possiamo storcere la bocca se i soldi arrivano.
CINESI IN ITALIA - E’ quanto sta succedendo non solo nel calcio. I cinesi nutrono una vera e propria passione per l’Italia. Affari, denaro, prezzi buoni certo, ma anche un reale apprezzamento per il nostro stile di vita. Gli investitori cinesi, nel 2015 sono cresciuti di circa il 32% rispetto all’ anno prima e nel nostro Paese risultano presenti, almeno con un’impresa partecipata, 162 gruppi con sede principale in Cina.
NON SOLO IL CALCIO - Gli interessi vanno dall’auto, alla moda al settore agroalimentare. Il giro d’affari delle imprese italiane con partecipazione cinese è vicino ai 10 miliardi di euro e conta poco meno di 17.600 dipendenti. L’elemento più rilevante di questo panorama è stato il passaggio della Pirelli sotto il controllo di ChemCina (7,4 miliardi di euro), mentre il gruppo cinese Deren Electronic è divenuto azionista di controllo di Meta System, impresa emiliana del settore auto. Il gruppo Foton (macchine agricole) ha rilevato, lo scorso anno, la Goldoni di Carpi e, in precedenza, la piacentina Arbos e la veneta Matermacc. In mani cinesi anche la De Tomaso. Nel mondo della moda, cinesi sono la Cerruti, i marchi di lusso Roberta di Camerino e Krizia. Le moto Benelli parlano cinese, così come i prodotti in pelle Desmo.
ALIMENTARE - La Coldiretti segnala che nell’alimentare, l’ultimo colpo risale al 2014 con la vendita della maggioranza del gruppo oleario Salov (Sagra e Filippo Berio) a Yimin. Nel 2013 un imprenditore della farmaceutica di Hong Kong aveva comprato l’azienda vinicola Casanova, nel cuore del Chianti Classico.
Insomma, come si diceva un tempo, la “Cina è vicina”, ma non quella di Mao.