Fiorentina: ecco perché resterà Romulo
Quando la Fiorentina annunciò il suo acquisto dall'Atletico Paranaense, il 29 giugno 2011, le prime battute furono riferite al suo nome. Del resto se all'anagrafe ti chiami Rômulo Souza Orestes Caldeira, noto più semplicemente come Rômulo, e il figlio del direttore sportivo che ti ha acquistato si chiama Romualdo, puoi certamente aspettarti qualche battuta sul perchè sei arrivato a Firenze, dopo una modesta carriera in club di fascia medio-bassa del campionato brasiliano, dallo Juventude al Metropolitano, passando per il Chapecoense e il Santo Andrè, te la puoi aspettare. Se poi dopo i primi giorni di ritiro il tuo allenatore urla ai quattro venti che serve un 'vero' terzino destro, perchè tu che saresti stato preso per ricoprire quel ruolo non hai la benchè minima idea di cosa significhi farlo in un campionato difficile come quello italiano, ecco che la tua avventura in serie A parte nettamente in salita. Non è stato facile per Romulo inserirsi nella Fiorentina: un po' perchè è stato subito scavalcato nelle gerarchie da De Silvestri, un po' perchè quando è arrivato lo spogliatoio gigliato sembrava una specie saloon del vecchio west, e un po' perchè il brasiliano, in definitiva, non è mai stato e mai sarà un fenomeno. Ma se, a quasi due anni di distanza dal suo arrivo, oggi il numero 92 della Fiorentina ha maggiori chance di tanti suoi compagni di essere riconfermato anche la prossima stagione, un motivo c'è.
L'applicazione del Gps nell'analisi degli allenamenti di ogni singolo giocatore gigliato, introdotta la scorsa estate da Vincenzo Montella ed il suo staff, ha evidenziato come Romulo, senza tema di smentita, abbia svolto una stagione in constante crescendo, dimostrandosi non solo un atleta e un professionista esemplare, ma anche un giocatore tatticamente utile in quasi tutte le zone del campo. Cambiano i moduli e gli obiettivi della Fiorentina, ma se Romulo - che ha risolto il rocambolesco match di qualche settimana fa contro il Torino - è sceso in campo in ben 19 partite, ed è subentrato sempre nelle ultime 6 gare, vuol dire che ha doti apprezzate da tutti: allenatore, compagni e società. La Fiorentina è sotto di due gol contro il Milan? Entra Romulo. Pareggi stancamente 1-1 contro il Chievo? Entra Romulo. Devi far rifiatare un centrocampista contro il Siena? Entra Romulo. E se qualcuno rumoreggia, perché non può capacitarsi che il brasiliano sia preferito ai vari Wolski, Sissoko ed El Hamdaoui, pensi a quante volte il risultato è peggiorato dal subentro di Romulo in poi. Praticamente mai.
Come esiste nell'Nba il premio per il miglior 'sesto uomo' di un roster di basket, ovvero il giocatore che partendo dalla panchina maggiormente incide in positivo sulle sorti della sua squadra, così Romulo quasi certamente - a meno che non voglia cercare un minutaggio più elevato altrove - verrà riconfermato a furor di popolo in maglia viola in vista della prossima stagione. A differenza, ad esempio, di Luca Toni, che ha sbagliato tempi e parole nel 'tirare la giacca' a proprietà ed allenatore per una sua conferma (se voleva ringraziare il pubblico bastavano due righe sul sito internet ufficiale, o una dichiarazione pubblica dopo la gara contro il Palermo), 'Romuleto', come lo soprannominano in radiocronaca i ragazzi di Violachannel.tv, ama il basso profilo. Si adegua alle scelte dell'allenatore, sdrammatizza anche nelle situazioni più tragiche, ed è dotato di una certa sensibilità (partecipando ad un'iniziativa pubblica all'ospedale pediatrico di Firenze raccontò la storia del figlio del fratello ricoverato, e delle sue preoccupazioni in quella vicenda). Ha sentito le critiche e le battute nei suoi confronti della maggioranza dei tifosi, ma è andato avanti: ha lavorato e si è guadagnato spazio e affetto. La Fiorentina della ripartenza europea ha più che bisogno di gente così.