Ecco la Manovra (con un errore) che riempie i giovani di debiti. Italia prima in Europa per no vax
Euforia da deficit e nella Manovra c'è pure un errore. Spese settoriali a centinaia e relativa moltiplicazione uffici dirigenziali...assunzioni avendo solo superato la scuola dell'obbligo...interventi per uno, due milioni di euro, tanti e a misura del proprio bacino territoriale/elettorale...Stiamo citando dal resoconto informato che Sabino Cassese fa della Legge di Bilancio (Corriere della Sera). La legge di Bilancio, anche conosciuta come Manovra, la votano entro domani. Euforia da deficit è la diagnosi, riprendendo la formula usata da Carlo Cottarelli su La Repubblica, dell'anima, della forma e della sostanza di questa legge da 40 miliardi, di deficit appunto. Euforia, ebbrezza, ubriachi più che alticci da deficit il governo, il Parlamento, la maggioranza, l'opposizione, i gruppi di interesse, le lobby, il paese. Non che far deficit oggi non si possa, anzi si deve. Ma deficit per cosa? Il governo ci ha messo di suo nella legge 229 articoli di spesa, più l'introduzione per il 2021 di altri venti bonus. L'opposizione ci ha messo di suo 260 emendamenti di spesa aggiuntiva, di cui solo 80 bocciati. Gli 800 milioni inizialmente stanziati per coprire le spese in conto opposizione (insomma per dare all'opposizione titoli di spesa da intestarsi) sono diventati 4,6 miliardi. Al calice, anzi al fiasco del deficit tutti hanno poggiato le labbra e tutti hanno euforicamente bevuto. Salvini ha detto: "seppur all'opposizione, abbiamo ottenuto misure per 10 miliardi". E così l'opposizione dura e senza quartiere in Parlamento si è fatta critica collaborativa. Euforia da deficit in una bevuta dove tutti svuotano e nessuno riempie i bicchieri. Un goccio, un sorso, anche due. Per molti, quasi per tutti. Qui e adesso. Neanche tanto pochi tra vari Decreti Ristori e Legge di Bilancio, almeno 150 miliardi di spesa. Next generation, spesa per la generazione futura, anzi per il futuro delle generazioni? Legge di Bilancio, governo, Parlamento, maggioranza e opposizione alla futura generazione qualcosa di grosso in effetti lasciano. A loro un debito da pagare per molti anni, debito acceso per pagare spese correnti nostre. A loro però niente beni lasciati in conto capitale, tipo scuole, ospedali, linee ferroviarie, infrastrutture digitali. Alla nuova generazione lasciamo il debito da pagare per una generazione, la nostra. A noi e solo a noi l'esclusiva dei ristori. Neanche tanto pochi, neanche tanto subito, ma maledetti quello sì, maledetti davvero. Nell'euforia hanno anche sbagliato a scrivere un pezzo della legge, ci stavano ficcando dentro tanti di quei ristorini che se ne sono dimenticato uno, nell'ebbrezza un po' di vino caduto dai bicchieri. Ripareranno il buchino con un decretino.
Vaccino a contrari ed esitanti? Se troppi, certificato od obbligo. Non si polemizza con le notizie, si diceva una volta. Ora con le notizie ci si fa volentieri rissa, altro che polemica. Comunque, le notizie. Area dei contrari al vaccino e/o degli esitanti di fronte al vaccino in Italia vasta e in crescente mobilitazione. In Italia fa in percentuale poco meno o poco più del 50 per cento. Questa classifica, almeno nei pronostici/sondaggi, in Europa la guidiamo. E' la prima notizia. La seconda è che metà popolazione vaccinata e l'altra metà non vaccinata uguale vaccino sprecato. Perché, con queste percentuali di vaccinazione, contagio continua a trovare molti da raggiungere, continua ad avere molte gambe umane su cui camminare e le linee logistiche del virus non si spezzano. Terza notizia: se in estate inoltrata i contrari e gli esitanti saranno ancora pari o quasi a coloro che si sono vaccinati, allora si dovrà fare una scelta. O accettare che l'Italia sia un paese vaccinato inutilmente a metà (probabilmente il meno vaccinato d'Europa) e quindi accettare il danno socio economico da epidemia persistente e prolungata. Oppure introdurre forme di incentivi/esclusioni relativi all'essere o no vaccinati. Insomma il passaporto o certificato o attestato o patentino di vaccinazione. Oppure ancora direttamente obbligo di vaccino, non per tutti ma per chi fa certi lavori e svolge certe attività sì, ad esempio docenti e lavoratori della scuola e dei servizi sanitari. Nota a parte per i medici che dovessero dire di non vaccinarsi: liberi di farlo e di dirlo. Però per loro altro obbligo dovrebbe scattare: un prete che dichiara di non fidarsi della religione e che probabilmente è tutta un trucco, che obbligo può mai avere? Solo quello di cambiare mestiere e missione. Ultima notizia: al solo pronunciare le sillabe che compongono la parola obbligo, aumentano il numero e la forza dei contrari e degli esitanti al vaccino. Quinta notizia: questo governo e neanche quell'altro qualsiasi esso dovesse essere, hanno la forza, l'autorevolezza, il cuore e l'anima e la voglia per proclamare e realizzare nessun obbligo di vaccino. Di notizie anche un'altra: si chiamava Letlow, aveva 41 anni, era stato eletto deputato, doveva giurare domenica a Washington, era repubblicano. E' morto di Covid.
E se fosse zolletta invece che iniezione? Non è certo una notizia, solo una domanda che ho sentito in giro. Apparentemente ingenua, in realtà molto arguta. E se il vaccinarsi anti Covid fosse una goccia di liquido o semi solido da ingerire insieme a una zolletta di zucchero invece che un ago e un'iniezione? Se così fosse l'esitazione perderebbe un po' di pathos, insomma ci sarebbero meno ansia e meno esitanti? Non è dato sperimentarlo, però la risposta alla domanda è un plausibile sì. Sono notizie, fatti tra loro collegati e interdipendenti. Notizie e fatti resi tali dalla realtà, non confezionati o per piacere o dispiacere. Insomma non sono opinioni. Ippocrate e le opinioni. Ippocrate, vissuto tra il 460 e il 377 avanti Cristo. All'epoca decise di condensare in una frase: "La scienza è molto diversa dall'opinione, la prima produce il sapere, la seconda l'ignoranza". Parlava di medicina e non solo e lo sapeva già 2.400 anni fa. E la sua non era un'opinione. Ippocrate chi? Sui social non c'è il profilo, follower ignoti, in tv non si vede. Deve essere stato uno sfigato.