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    Il ruolo non conta, la testa sì: questo Douglas Costa deve giocare

    Il ruolo non conta, la testa sì: questo Douglas Costa deve giocare

    • Nicola Balice
    Questa deve essere la sua stagione. Ha un chiodo fisso Douglas Costa, ce l'ha da diversi mesi, da quando aveva ormai capito di avere gettato al vento un anno intero (lo scorso) e che il cambio di allenatore sarebbe stato uno stimolo in più per riscattarsi. Alla Juve. Ha comunicato alla dirigenza bianconera già a fine maggio di non avere alcuna intenzione di andare via. Buon per Maurizio Sarri, che fin dalla conferenza stampa di presentazione ha fatto capire quanto il recupero del brasiliano fosse un punto centrale del proprio progetto tattico. L'inizio di stagione è stato promettente, migliore in campo sia a Parma che in casa contro il Napoli, poi l'infortunio e il conseguente cambio di modulo. Il passaggio al 4-3-1-2 avrebbe potuto chiudere le porte a Douglas Costa? Forse a quello scostante del primo biennio in bianconero, non a quello di oggi. Che sa fare la differenza indipendentemente dal sistema di gioco o dalla posizione di partenza. Non sarà mai un trequartista puro, nessuno in casa Juve forse lo è, il solo Aaron Ramsey si avvicina maggiormente alla definizione sulla carta del ruolo. Lo interpreterà a modo suo, come fatto in maniera devastante nello spezzone finale di Mosca. Il punto non è dove possa giocare, il punto è che questo Douglas Costa deve giocare. In fondo sono i suoi strappi ad essere mancati alla Juve nella precedente rincorsa Champions (oltre alla leadership difensiva di capitan Giorgio Chiellini), in fondo sono i suoi strappi che non possono mancare in alcuni momenti ad una squadra che può anche fare il 70% di possesso palla senza però riuscire a trovare sbocchi.

    DOUGLAS C'E' – Trequartista o attaccante esterno o qualunque altro ruolo gli si voglia assegnare, nella Juve di Sarri c'è spazio e bisogno anche di Douglas Costa. Che sembra aver imparato la lezione e si è messo a disposizione del tecnico e del gruppo bianconero come mai prima d'ora. Anche sacrificandosi in quello che comunque resta un ruolo nuovo o quasi, per lui che in posizione centrale era partito già un paio di volte con lo Shakhtar ma anche in uno Juventus-Tottenham. “Ho fatto il trequartista un paio di volte cinque o sei anni fa, adesso mi devo adattare nuovamente in quel ruolo”, ha raccontato proprio il brasiliano subito dopo il gol vittoria di Mosca. Insomma, Douglas Costa c'è. Anche di testa. E fa la differenza.

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