Ecco chi è Mohamed-Ali Cho, il baby dei record della Ligue 1: il Psg, l'idolo Dembelé e il pugilato...
CON LA VALIGIA IN MANO - Serve pazienza, ma a tutto per diventare un predestinato. Cho, che non deve il suo nome, Mohamed-Ali, al più grande pugile di tutti i tempi, ma a una scelta "religiosa e familiare", con il pallone tra i piedi ci sa fare, lo sapeva bene l'Everton, che ha provato in tutti i modi a trattenerlo. La sua giovane carriera calcistica è sempre stata legata alle scelte dei suoi genitori, che per motivi di lavoro hanno viaggiato molto: nato a Stains, nel dipartimento della Seine-Saint-Denis, dopo aver vestito la maglia dell'US Chantilly (il club che ha lanciato Gameiro e Llenglet), si è trasferito in Inghilterra, è entrato nell'academy del West Ham (senza mai giocare) per poi tornare in Francia, al Paris Saint-Germain. Nel 2015 di nuovo la Gran Bretagna, con Liverpool e il vivaio dell'Everton, dove è rimasto fino al gennaio 2020. Il resto è storia recente, con l'Angers che se lo coccola e i grandi club che lo osservano.
TRIPLA SCELTA - Esterno d'attacco molto abile nell'uno contro uno, Cho si ispira al talento del Barcellona Ousmane Dembélé, con il quale un giorno potrebbe dividere la maglia della nazionale francese. Il condizionale è d'obbligo, perché non è ancora stata fatta una scelta definitiva: non ha ancora deciso se rappresentare la Francia, l'Inghilterra, della quale ha difeso i colori delle selezioni giovanili under 15 e under 16 o il Marocco, del quale la mamma ha il passaporto. Non c'è fretta, c'è tempo per prendere una decisione. Per il momento la priorità è un presente e un futuro da protagonista con l'Angers.