Juve alla Jerry Calà: non è bella, piace!
"Che poi, cosa ci troveranno le donne in un pupazzo come te, mah?"
"Non sono bello. Piaccio"
Primo e originale, unico e inimitabile: "Vacanze di Natale". Senza Caraibi, India o crociere varie. Cortina, 1983, Christian De Sica, Claudio Amendola, Guido Nicheli, Mario Brega e, soprattutto, Jerry Calà. E la massima, indelebile, è la sua: nei panni di Billo Damasco, playboy del piano bar, strega la bella Ivana, sua ex moglie. Fronte alta, bassettino, poco fisicato, non propriamente i canoni estetici del "bello", ma brillante, coraggioso e sicuro di sé. "Non sono bello. Piaccio". Come la Juve.
JUVE COME BILLO - La massima di Jerry Calà, traslata al calcio si traduce in "Non gioco bene. Vinco". Ecco, così è la Juventus di Massimiliano Allegri. Per lo spettacolo c'è il circo, dice il tecnico bianconero (anche il cinema, mi sembra giusto aggiungere): "Qui bisogna vincere le partite, i 3 punti. Poi alle partite si dà tante intepretazioni, io do la mia. A me vien da sorridere quando sento dire 'gioca bene, il calcio è spettacolo'. Va benissimo tutto, io sono contento di tutti quelli che fanno calcio spettacolo, lo spettacolo è al circo". Un discorso che divide: c'è chi vuole vincere giocando bene, chi invece vincere e basta. Alla Juve lo sanno, il motto è chiaro: "Vincere non è importante, ma l'unica cosa che conta".
STILI DIVERSI - Ognuno ha i suoi gusti: chi ama il Tiki Taka e il possesso palla di Guardiola, chi preferisce la verticalità del Real Madrid, il bel calcio di Sarri, il centrocampo dei palleggiatori di Ancelottiana memoria. A livello estetico, il meglio. Poi c'è quello aggressivo e feroce di Conte, quello nervoso di Mourinho e pratico di Allegri. Come "la bionda e la mora", ognuno ha la sua preferenza. E scegliere è difficile. Ma una cosa è certa: vincere è sempre una "libidine". Vincere giocando bene, però, è una "libidine coi fiocchi!".