E' sempre più un calcio di mercenari: Lewandowski e Gotze gli ultimi esempi
La notizia ufficiale del trasferimento a giugno di Robert Lewandowski dal Borussia Dortmund al Bayern Monaco sei mesi dopo il clamoroso trasferimento per 38 milioni di euro di Mario Gotze alla corte di Guardiola ha riaperto il dibattito sulla mancanza assoluta nel calcio di oggi di calciatori legati alla maglia. Sempre di più, nel calciomercato dei petroldollari, l'odore dei soldi spinge atleti osannati all'inverosimili dai propri tifosi a tradire la causa per riempire le proprie tasche. In Germania, soprattutto tra i sostenitori del Borussia Dortmund, è partita la caccia al nuovo beniamino e la scelta è caduta su Marco Reus, trequartista cresciuto nel settore giovanile del club giallonero e tornato a casa dopo l'esperienza al Monchengladbach nonostante la corte serrata al Bayern Monaco.
Ma l'esempio di Reus rischia di rimanere un unicum nel panorama internazionale e le dimostrazioni sono diverse. In Italia, impossibile non ricordare il "tradimento" di Ronaldo, passato dall'Inter al Milan dopo la seconda esperienza spagnola al Real Madrid (a sua volta acerrimo rivale del Barcellona), replicato qualche anno più tardi dal clamoroso voltafaccia di Leonardo. Allevato da Galliani come dirigente e inventato allenatore in uno dei momenti più complicati della storia rossonera, ha sposato la causa dell'Inter dopo appena sei mesi dalla traumatica interruzione del rapporto con Berlusconi. Sempre restando in ambito nazionale, come dimenticare il salto della barricata di Zlatan Ibrahimovic, che nella torrida estate del 2006 di Calciopoli non segue la Juventus in Serie B per continuare a fare collezione di scudetti all'Inter di Mancini prima e Mourinho poi? E anche tra gli allenatori non è mancato un cambio di maglia che ha scatenato moltissime polemiche: parliamo di Fabio Capello, quello del "Io mai alla Juve", salvo poi scappare dalla Roma di notte per firmare un contratto con l'allora presidente bianconero Umberto Agnelli. Più recenti i casi di Fabio Quagliarella, che lasciò a suon di milioni la sua Napoli per accettare la corte sempre della Juventus, considerata dai tifosi partenopei la più odiosa delle rivali, e quello di Antonio Cassano, che solo pochi giorni fa ha manifestamente dichiarato di voler tornare alla Sampdoria nonostante a Parma sia trattato come un re. Una frase che è stata sufficiente a scatenare la rabbia della parte più calda del tifo gialloblù.
All'estero, la situazione più eclatante è quella di Luis Figo, l'uomo del doppio contratto con Parma e Juventus ma soprattutto del passaggio dal Barcellona al Real Madrid, accolta dai sostenitori blaugrana col famoso lancio della testa di maiale sul prato del Camp Nou al primo incrocio diretto tra le due squadre. In Premier League, in casa Arsenal ancora non è stato perdonato a Emmanuel Adebayor il passaggio al Manchester City nell'estate 2009, condita da un'esultanza in faccia ai suoi vecchi fan al primo gol da ex Gunner. Chiudiamo questa particolare rassegna con Fernando Torres, uno che già ai tempi dell'Atletico Madrid indossava una fascia da capitano con la scritta "You'll never walk alone", la frase simbolo del suo futuro club, il Liverpool. Tradito puntualmente nel gennaio 2011, quando divenne un calciatore del Chelsea.