E' morto Franco Rossi, grande giornalista e grande Re del Mercato. Jacobelli: segugio, istrione, maestro
E' morto Franco Rossi, giornalista sportivo fra i più conosciuti in Italia. Aveva 69 anni, una terribile malattia l'ha portato via dopo lunghe sofferenze. Nato Firenze il 25 settembre del 1944, aveva cominciato la carriera giornalistica a Torino, presso Tuttosport nel 1965, passando poi al Corriere dello Sport-Stadio e al Giorno, di cui è stato caporedattore dei servizi sportivi. Corrispondente di Repubblica da Milano, era opinionista di Telenova dal 1999.
---------------------------------
In morte di Franco Rossi, la prima cosa che mi viene in mente è il suo sorriso sardonico, l'ironia condita di soda caustica, la straordinaria capacità di fiutare le notizie e di bruciare la concorrenza. E' stato un segugio, un istrione, un maestro. Un autentico Re del Mercato, quando il mercato si faceva consumando le suole delle scarpe e costruendo una rete di fonti con radici in ogni dove, quando Internet non c'era e non c'era nemmeno il copia e incolla che esalta molti dilettanti allo sbaraglio. Quelli la cui ultima notizia ufficiale è stata il certificato di nascita presentato dai genitori all'ufficio anagrafe.
Eppure, Rossi aveva capito fra i primi la rivoluzione della Rete, tanto da fondare il suo sito francorossi.com, autodefinendosi il primo web giornalista, chattando e martellando giorno e notte sulla tastiera e, naturalmente, aprendo su youtube francorossichannel.com.
Io Franco l'ho conosciuto bene: ho lavorato assieme a lui per sette anni, dall'87 al '94, quando facevo l'inviato alla redazione milanese del Corriere dello Sport-Stadio con Roberto Omini capo, Paolo Bargiggia, Furio Fedele, Enzo Palladini, strepitosi colleghi di una squadra che remava sempre nella stessa direzione. C'era scritto: la passione ci guida. Sette anni di caccia alle notizie, di mestiere imparato sul campo, di notti in bianco e di colpi sul filo di lana, di botte da orbi metaforicamente inflitte alla concorrenza, di buchi presi e buchi dati, senza mollare mai.
Franco era uno dei membri del Cerchio Blu, il ristrettissimo club di tifosi blucerchiati che faceva impazzire Paolo Mantovani. Franco era il Re del Mercato, insieme con gli altri due Franchi: Franco Esposito del Mattino e Franco Ordine del Corriere dello Sport-Stadio, poi divenuto inviato del Giornale e scatenato opinionista tv.
In mezzo alla pletora di presunti allievi di Brera, che a Brera manco potrebbero allacciare le scarpe, Franco era un autentico discepolo del Più Grande, della cui dichiarata stima godeva. Tanto che, quando esplosero Sacchi e il Sacchismo, Rossi naturalmente si ritrovò schierato con gli italianisti e memorabili furono le sue polemiche giornalistiche con Arrigo. Il quale, ancora sorride quando ricorda una divertita profezia di Franco datata 1987 ("Sacchi vincerà lo scudetto nel 2000"). Anche perché gli portò benone. Lo conquistò nell'88 e Rossi fu in prima fila ad applaudirlo.
Franco era innamorato a tal punto del Brasile, da prendere casa a Fortaleza. In un mondo dove pullulano troppi servi, Rossi era un uomo libero. Aveva il coraggio delle sue opinioni. Sempre. Penso che il modo migliore per ricordarlo sia rammentare le sue regole del buon giornalismo e chiuderla qui, sennò il primo ad annoiarsi sarebbe proprio lui. Antiretorico. Anticonformista. Antibanale.
1) Per la notizia sono disposto a tutto. Anche a scrivere la verità.
2) Nel giornalismo, come in amore, gli scritti volano e le parole restano.
3) Il vero giornalista è colui che sa raccontare una verità in assoluta malafede, convinto che le sole e autentiche verità siano quelle che si possono inventare di sana pianta.
4) Il vero giornalista è quello che scrive una cosa anche quando non ha niente da dire e al tempo stesso ha qualcosa da dire solo perchè la scrive.
5) Il vero giornalista è sempre stimolato dalla scadenza e scrive peggio quando ha tempo e quindi non ha fretta.
6) Il vero giornalista è quello che riesce a cominciare un articolo con un “come avevamo anticipato nei mesi scorsi…” e violenta, senza arrossire, ogni comune senso del pudore.
Ciao, Franco. E, anche da lassù, dai un altro buco a chi sai tu.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com