E' morto Angelillo, bomber da record dell'Inter. Scoprì Zanetti e Cordoba
Se n'è andato nella giornata di venerdì, ma l'annuncio della sua morte è stato comunicato dalla famiglia soltanto nella tarda serata di ieri: si è spento a Siena, all'età di 80 anni, Antonio Valentin Angelillo, uno degli attaccanti più importanti nella storia del calcio italiano.. Ha indossato le maglie di Inter, Roma e Milan, ma le sue fortune sono legate soprattutto al club nerazzurro, con cui ha realizzato 68 gol in 113 partite e con cui ha stabilito il record di marcature in un campionato a 18 squadre. Era la stagione 1958/59 e al termine di quell'annata uno degli "angeli con a faccia sporca" (gli altri erano gli juventini Maschio e Sivori) toccò quota 33 reti.
Non fece in tempo a far parte del ciclo della Grande Inter di Helenio Herrera proprio per i pessimi rapporti col Mago, che lo fece cacciare a causa della sua vita fuori dal campo e in particolare per la relazione con una ballerina, Attilia Tironi. La sua carriera prosegue così nella Roma (27 gol in 4 stagioni) e al Milan, con cui si toglie la soddisfazione di vincere l'unico scudetto della propria carriera nel 1968, pur giocando solo 3 partite ma segnando comunque un gol decisivo per la vittoria del titolo. Vince con la nazionale argentina una Coppa America nel '57, prima di disputare due presenze con quella italiana.
Al termine della sua carriera da calciatore, ha intrapreso quella di allenatore (ha guidato tra le altre Brescia, Pescara, Avellino e Palermo) e successivamente quella di osservatore per il Sudamerica per conto dell'Inter. Va ascritto a lui il merito di aver segnalato Javier Zanetti e Ivan Cordoba.
Non fece in tempo a far parte del ciclo della Grande Inter di Helenio Herrera proprio per i pessimi rapporti col Mago, che lo fece cacciare a causa della sua vita fuori dal campo e in particolare per la relazione con una ballerina, Attilia Tironi. La sua carriera prosegue così nella Roma (27 gol in 4 stagioni) e al Milan, con cui si toglie la soddisfazione di vincere l'unico scudetto della propria carriera nel 1968, pur giocando solo 3 partite ma segnando comunque un gol decisivo per la vittoria del titolo. Vince con la nazionale argentina una Coppa America nel '57, prima di disputare due presenze con quella italiana.
Al termine della sua carriera da calciatore, ha intrapreso quella di allenatore (ha guidato tra le altre Brescia, Pescara, Avellino e Palermo) e successivamente quella di osservatore per il Sudamerica per conto dell'Inter. Va ascritto a lui il merito di aver segnalato Javier Zanetti e Ivan Cordoba.