AFP/Getty Images
E' Meret il vero top player del Napoli
Difficile guardare il bicchiere mezzo pieno a meno di 24 ore da una debacle che rischia di compromettere l'unico obiettivo rimasto ed etichettare la stagione come fallimentare. Il Napoli si lecca le ferite per la brutta prestazione contro l'Arsenal, ma si "consola" con la scoperta di un Alex Meret su livelli di rendimento da top player. Nella serata in cui le stelle della squadra, da Fabian Ruiz a Callejon, passando per Mertens e Insigne, hanno clamorosamente fallito la prova della verità, il portiere friulano ha dimostrato di saper reggere senza problemi la pressione di una sfida così sentita, rispondendo ai tanti dubbi sollevati nei mesi scorsi dagli scettici.
LEADER SILENZIOSO - In tanti avevano storto il naso la scorsa estate, quando De Laurentiis aveva concluso un affare da 25 milioni di euro tra parte fissa e bonus con l'Udinese per un ragazzo di grande prospettiva ma con pochissima esperienza in Serie A e soprattutto in campo internazionale. Quando era diventato di dominio pubblico l'addio di Pepe Reina, a Napoli avevano sollevato il polverone attorno alla scelta della società ed evidenziato la difficoltà di trovare un giocatore che, soprattutto per carisma, rappresentava un punto di riferimento per tutto lo spogliatoio. Ma nel calcio non sta scritto da nessuna parte che esista un solo modo di essere leader: alle parole Meret preferisce replicare con i fatti per provare a diventare negli anni a venire un pilastro del nuovo Napoli di Ancelotti, una squadra destinata a rinnovarsi in estate per lasciarsi definitivamente alle spalle l'era Sarri.
SARACINESCHE AZZURRE - E in prospettiva Nazionale, provando per una volta a lasciare da parte gli odiosi dualismi col milanista Donnarumma, la notizia più rassicurante per Roberto Mancini è che la scuola italiana dei portieri è tornata a produrre talenti in quantità. Con loro, scalpita anche l'estremo difensore del Cagliari Alessio Cragno, per un terzetto di giovani numeri uno che in molti ci invidiano. L'ulteriore conferma di come nel calcio quello che è vero oggi possa essere smentito il giorno dopo; dove non c'è spazio per i luoghi, dove Meret oggi valga effettivamente 25 milioni e possa essere più decisivo di compagni ben più celebrati. E far sentire sempre meno la mancanza di un certo Pepe Reina.
LEADER SILENZIOSO - In tanti avevano storto il naso la scorsa estate, quando De Laurentiis aveva concluso un affare da 25 milioni di euro tra parte fissa e bonus con l'Udinese per un ragazzo di grande prospettiva ma con pochissima esperienza in Serie A e soprattutto in campo internazionale. Quando era diventato di dominio pubblico l'addio di Pepe Reina, a Napoli avevano sollevato il polverone attorno alla scelta della società ed evidenziato la difficoltà di trovare un giocatore che, soprattutto per carisma, rappresentava un punto di riferimento per tutto lo spogliatoio. Ma nel calcio non sta scritto da nessuna parte che esista un solo modo di essere leader: alle parole Meret preferisce replicare con i fatti per provare a diventare negli anni a venire un pilastro del nuovo Napoli di Ancelotti, una squadra destinata a rinnovarsi in estate per lasciarsi definitivamente alle spalle l'era Sarri.
SARACINESCHE AZZURRE - E in prospettiva Nazionale, provando per una volta a lasciare da parte gli odiosi dualismi col milanista Donnarumma, la notizia più rassicurante per Roberto Mancini è che la scuola italiana dei portieri è tornata a produrre talenti in quantità. Con loro, scalpita anche l'estremo difensore del Cagliari Alessio Cragno, per un terzetto di giovani numeri uno che in molti ci invidiano. L'ulteriore conferma di come nel calcio quello che è vero oggi possa essere smentito il giorno dopo; dove non c'è spazio per i luoghi, dove Meret oggi valga effettivamente 25 milioni e possa essere più decisivo di compagni ben più celebrati. E far sentire sempre meno la mancanza di un certo Pepe Reina.