E' l'Inter di tutti: Darmian o Hakimi, non c'è differenza. Il bel gioco non esiste, la squadra di Conte è stupenda
Conte fa bene a elogiare il gruppo, perché nonostante in questa squadra ci siano 2-3 giocatori che spostano gli equilibri, il vero motore consiste nella forza di ogni giocatore che scende in campo.
Per fare un esempio non avrei mai immaginato a inizio anno di essere seduto davanti allo schermo del mio computer pronto a elogiare le prestazioni e il comportamento di Perisic.
Credevo che il croato avesse ormai dato alla causa e che in questa squadra fosse un corpo estraneo senza voglia di applicarsi e sacrificarsi per l’obiettivo finale.
Mi sbagliavo di grosso e la mia stima nei suoi confronti è cresciuta molto. Quando ti fanno cambiare idea in meglio è sempre una goduria ed è anche più dolce dover ammettere di avere sbagliato.
Mi sono sbagliato anche su Darmian. A volte quando si discuteva dei nuovi acquisti di questa stagione me lo dimenticavo. Parlavo di Kolarov, Vidal e Hakimi e senza volerlo dimenticavo Matteo.
Si purtroppo per me lo consideravo un acquisto di contorno, un buon jolly utile in caso di emergenza ma non un titolare garante di corsa, sacrificio, giocate e qualche gol in una squadra con ambizioni di vittoria finale.
Non sono stato mai più felice di essermi sbagliato e di grosso pure. Darmian, come tutti i suoi compagni, ha dato tanto e continua a dare tantissimo.
Matteo gioca a sinistra, destra e come centrale di difesa senza mai deludere.
Si può ovviamente dire che Hakimi a 21 anni è un prospetto incredibile e che a breve sarà un top affermato in Europa ma ogni volta che ha giocato Darmian al suo posto non mi sono accorto della differenza.
Contro il Cagliari al momento dei cambi Conte infatti non ha rinunciato all’ex Manchester Utd all’ingresso di Hakimi, ha spostato Darmian a sinistra venendo da lui ripagato con il gol decisivo su assist proprio del marocchino.
Per questo dico che questa squadra è l’Inter di tutti, perché i risultati che sta ottenendo sono merito dell’applicazione e dell’impegno generale.
Sarebbe facile dire che senza Lukaku l’Inter avrebbe dei punti in meno, forse è vero, la grande squadra ha anche bisogno di grandi campioni che ne catalizzino il gioco e che facciano la differenza ma anche loro, senza i compagni alle spalle, non riuscirebbero ad esaltare le proprie qualità fino in fondo.
Insomma per essere un leader, un trascinatore deve comunque avere qualcuno da trascinare e che abbia lo spirito giusto per farsi guidare.
E qui nasce il mio rifiuto della definizione di “bel gioco”. Al di là che il bel gioco assoluto non esiste e che, purtroppo per i critici estremisti, è un concetto prettamente soggettivo (non è bello ciò che è bello ma ciò che piace mi hanno detto fin da piccolo) vedere una squadra giocare come l’Inter attuale per me è stupendo.
I ragazzi sono compatti, uniti, ti trasmettono sicurezza, sanno cosa possono fare e cosa no nei vari momenti di ogni partita, non sbandano, giocano l’uno per l’altra con la consapevolezza che per ottenere un obiettivo si deve lavorare insieme.
Allora si che Lukaku può fare il Lukaku e magari giocare 90 minuti anche se stanco e al 50%, che Brozovic alza il livello, Barella diventa un top, Eriksen torna invece ad essere un top, Perisic si sacrifica, Darmian, D’Ambrosio, Skriniar e Bastoni sono spesso decisivi e via dicendo. Non posso parlare di tutti ma ovviamente è come se l’avessi fatto.
Questa è l’Inter di Conte, se volete dire che è brutta fatelo tanto è tutto soggettivo, a me piace così com’è anche se il lavoro non è ancora finito.