Getty Images
Dzeko si dimentica di Totti: 'Silva il compagno più forte, Sheva l'idolo'
GLI INIZI - "I miei genitori sono stati molto importanti. Ho iniziato a giocare grazie a loro a 10 anni, che a pensarci bene è quasi tardi. Oggi i bambini iniziano quando hanno 5 anni, ma durante e dopo la guerra per la mia famiglia è stato un periodo difficile. Siamo sempre rimasti in Bosnia e loro mi hanno portato a fare i primi allenamenti e da quel momento mi hanno sempre seguito, nei momenti migliori e in quelli peggiori erano sempre accanto a me. All’inizio ero il numero 7: l’ala destra. Segnavo tantissimo in quel ruolo e quindi poi hanno deciso di mettermi in attacco. L'esordio? Non ricordo benissimo la mia prima partita. Forse fu una trasferta, nella quale stavamo perdendo 2-1. L’allenatore mi fece entrare a dieci minuti dalla fine chiedendomi di segnare due reti. Sfortunatamente non ci riuscii e perdemmo quella partita. La partita che ricordo con più piacere è la mia prima presenza con la nazionale bosniaca: era nel giugno del 2007 e giocavamo per le qualificazioni a Euro 2008 a Sarajevo contro la Turchia. Sono partito titolare, perdevamo 2-1 e ho segnato un bel gol nei minuti di recupero del primo tempo. Alla fine abbiamo vinto 3-2: è una partita che non dimenticherò mai".
SILVA MEGLIO DI TOTTI - "L'avversario più forte che ho affrontato? È difficile da dire. Ho giocato contro tantissimi grandi difensori, ma se devo fare un nome dico Sergio Ramos. Ho giocato contro di lui diverse volte, con la Roma, con il Manchester City e anche con la nazionale. Per me è uno dei migliori al mondo. Il compagno di squadra più forte? Anche questa è una scelta difficile. Ho avuto la fortuna di giocare con tanti grandi calciatori. Probabilmente il più forte è David Silva. Non a caso lo chiamavamo The Little Magician. Fa delle cose incredibili con i piedi. Ogni palla che riceve non ha problemi a controllarla e a ridartela. Lo stadio più bello il Santiago Bernabeu. Anche il Camp Nou è fantastico, ma giocare nello stadio del Real Madrid è qualcosa di speciale. Per la sua storia, per come è alto e imponente… È il più bello. La cosa più bella di essere un calciatore? Fare gol: è la parte migliore. È qualcosa di incredibile, un’emozione impossibile da spiegare".