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    Dybala, ora o mai più: basta alibi, riporti su la Juventus da leader e dimostri di essere l'erede di Del Piero

    Dybala, ora o mai più: basta alibi, riporti su la Juventus da leader e dimostri di essere l'erede di Del Piero

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Adesso o mai più. Vale per la rincorsa della Juventus allo scudetto in generale e per la definitiva esplosione di Paul Dybala in particolare. Secondo Fabio Capello, che di calcio se ne intende, malgrado il ritorno di Max Allegri in panchina, i bianconeri dopo sette giornate sono tagliati fuori dalla lotta per il titolo, perché sono troppi i 10 punti di distacco dal capolista Napoli contro cui hanno già perso tra l’altro, ma sono troppi anche gli 8 meno del Milan e i 6 meno dell’Inter, campione in carica. E’ difficile dargli torto, perché un conto è rimontare nei confronti di un’unica squadra, un altro doverlo fare nei confronti di tre, o meglio cinque visto davanti ai bianconeri ci sono anche la Roma e la Fiorentina. Eppure i tifosi della Juventus hanno il diritto di sperare, non soltanto perché nel calcio tutto è possibile, ma in particolare perché Chiellini e compagni hanno mostrato confortanti segnali di ripresa nelle ultime tre giornate in cui hanno battuto lo Spezia, la Sampdoria e il Torino, per la prima volta senza incassare gol. Ovviamente non basta per riparlare di scudetto, ma le prossime due partite potrebbero rappresentare la classica svolta, perché nei due posticipi della domenica la Juventus affronterà prima la Roma in casa e poi, soprattutto, l’Inter a San Siro. Sei punti ottenuti contro avversarie dirette per la corsa allo scudetto, da aggiungere ai nove incassati nelle tre precedenti vittorie, sarebbero un serio avviso ai naviganti.

    Perché la Juventus è la Juventus e basta il suo nome per incutere timore ricordando altre rimonte, a cominciare da quella clamorosa della squadra di Allegri nel 2015-2016, quando dopo sette giornate era ancora più indietro di adesso, soltanto al dodicesimo posto, a 10 punti come oggi dalla capolista, che allora era la Fiorentina. La storia non sempre si ripete, ma per sperare che si ripeta la condizione indispensabile è rappresentata proprio da due successi contro la Roma e l’Inter, perché in caso contrario la tesi di Capello sarebbe sempre meno discutibile.

    Ecco perché, alla necessità di vincere entrambe le partite, bisogna aggiungere la necessità di ritrovare il miglior Dybala, che si è soltanto intravisto fin qui. E’ vero che in sua assenza la Juventus ha persino battuto i campioni d’Europa del Chelsea e poi, con lo stesso 1-0, ha vinto il derby grazie ai gol di Chiesa e Locatelli. Dybala, che compirà 28 anni il 15 novembre, è diventato il capitan futuro della nuova Juventus di Allegri, dopo la partenza di Cristiano Ronaldo e quindi non ha più alibi. Il contratto, praticamente anche se non ancora ufficialmente rinnovato, non è più un problema e allora il numero 10 della Juventus può e deve essere il leader della rimonta. E’ vero che deve ancora smaltire del tutto i postumi dell’ultimo infortunio, ma alla distanza la sua classe deve fare la differenza, perché in questa stagione è stato messo nelle condizioni migliori, a livello tattico e psicologico, per esplodere definitivamente.

    La rincorsa in campionato e a questo punto, dopo le prime due vittorie contro Malmoe e Chelsea, la volata verso gli ottavi di Champions sono una grande occasione per dimostrare a tutti che dopo i grandi numero 10 del passato bianconero, Sivori e Del Piero, c’è un loro degno erede con la stessa maglia. E allora non rimane che aspettare: le prossime due partite per capire se la Juventus è in grado di smentire Capello, il resto del campionato per sapere se Dybala è un campione capace di trasformare i punti interrogativi, che ancora lo circondano, in nuovi e definitivi punti esclamativi. Ora o mai più, insomma, per lui e per la squadra. 

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