Dybala, la magia e la gaffe: il saluto militare a Demiral non può essere un gioco
IL CASO – Un breve riassunto delle drammatiche puntate precedenti. La nazionale della Turchia, con Demiral tra i giocatori in prima fila, ha sostenuto l'operato di Erdogan e delle truppe militari impegnati nell'attacco al popolo curdo. In che modo? Esultando con un saluto militare, appunto, davanti ai propri tifosi e non solo. Un gesto che in casa Juve non violerebbe il codice etico, almeno secondo quanto dichiarato da Pavel Nedved in occasione dell'assemblea degli azionisti. Ma che allo stesso tempo è finito sotto indagine della Uefa per potenziale “provocazione politica”. Tutto questo Dybala avrebbe dovuto saperlo, l'ignoranza è una colpa, soprattutto per un calciatore ricco e famoso, sotto gli occhi di tutti, esempio per milioni di bambini. Come d'altronde Paulo è sempre stato e continuerà ad essere. Non era necessario aspettare le sue parole, nessun dubbio poteva esserci riguardo l'ingenuità del suo gesto, il pensiero che potesse avere anche solo lontanamente un significato politico non può accarezzare nessuno se non chi lo vuole, come per esempio tanti turchi che sui social hanno subito colto la palla al balzo: non a caso il giro del web è partito proprio da un tweet di un utente turco. Ma la leggerezza con cui Dybala ha fatto il saluto militare a Demiral è pesante, pesantissima. Così come quella utilizzata per dire che sostanzialmente nello spogliatoio è un gioco. Ma un gioco non dovrebbe esserlo, soprattutto in questo momento storico. Sarebbero state meglio delle scuse, che magari arriveranno, anche se ormai l'errore è stato commesso.