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Dybala, l'abbraccio a Pirlo e lo schiaffo alla dirigenza: tra rinnovo e cessione, tutta la verità
LE PAROLE – L'abbraccio a Pirlo è l'immagine. Poi però al termine della gara arriva anche uno schiaffo alla dirigenza, perché le parole di Dybala sul delicato tema del rinnovo vanno in direzione opposta e ostinata rispetto a quanto dichiarato da Fabio Paratici nelle scorse settimane. “Da parte della Juventus e del calciatore c'è la chiara volontà di rinnovare il contratto. Stiamo parlando proficuamente, anche se il momento non è semplice. Siamo stati quindici giorni in isolamento fiduciario, ma stiamo cercando una soluzione soddisfacente per tutte le parti in causa”, era fine ottobre. “Siamo in ottimi rapporti, stiamo parlando sempre e stiamo affrontando il tema del rinnovo giornalmente e settimanalmente. Vedremo nelle prossime settimane”, queste invece parole di fine novembre. Quanto basta per ribadire che la trattativa procede senza sosta ma che l'accordo non c'è. Poi però ha parlato Dybala dando la sua verità al mondo: “Sul contratto si è detto tanto, molte cose false: tanta gente parla di cose che non esistono, il mio procuratore è stato a Torino per tanto tempo ma nessuno l'ha chiamato. Quando sento di soldi e cifre mi dispiace: sono cose inventate di cui io non parlo mai. Sarebbe bello che si dicesse la verità, anche perché parlare di cifre nella situazione attuale mette la gente contro di me. Con tutto l'affetto che provo nei confronti della Juventus...”. Paratici ha detto e ribadito che i contatti sono continui, Dybala invece che l'agente non è stato più chiamato da quando era tornato a Torino: Jorge Antun tra settembre e ottobre è rimasto in Italia senza riuscire a incontrare, per vari motivi, la dirigenza bianconera. Almeno uno tra Dybala e Paratici non ha detto la verità o ne l'ha detta solo in parte, stando ovviamente alle dichiarazioni rilasciate in queste occasioni.
LA SITUAZIONE – Non è vero che la trattativa non esista, anzi. Dura da ormai un anno. Da quando, dopo averlo spinto fuori in ogni modo nell'estate del 2019, poi la Juve si è lasciata convincere dal nuovo Dybala, quello che poi a fine stagione si è laureato Mvp della serie A. Nuovo, rinato, maturato. E come tale da gestire anche internamente. La trattativa è partita con l'obiettivo comune di prolungare il contratto in scadenza al 30 giugno 2022, ma le richieste della Joya sono sempre rimaste troppo distanti dalle proposte della Juve. In termini progettuali, prima di tutto. Ma anche economiche, al netto di tutto. Perché se questi problemi non ci fossero, semplicemente, dopo un anno di contatti e trattativa, a 18 mesi dalla scadenza, il contratto sarebbe già stato rinnovato. Con la Juve che non può permettersi in questa fase storica un altro ingaggio a doppia cifra o forse non vuole, preferendo destinare questo extra-budget su altri profili, ritenuti top più di quanto non venga considerato il numero dieci bianconero. La Juve, quindi, a 18 mesi dalla scadenza, non può ritenere Dybala incedibile. Anzi, tutt'altro. Il suo è il nome più illustre che continua a rimbalzare tra le possibili cessioni per questioni di bilancio più che di campo, magari all'interno di maxi scambi che possano a quel punto fare comodo anche al campo e non solo al bilancio. Il tempo scorre, Dybala è tornato. E soprattutto, ha parlato.