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Dumfries, l'elettroshock dell'Inter. E quella statua di bronzo regalatagli dal suo papà diceva...
“C’è sempre una risata nella vita di Denzel Dumfries. Quella strafottente del suo allenatore nella micro-isola di Aruba: lo guardava come un alieno mentre Denzel, 18 anni e una valigia piena di sogni, gli disse che sarebbe andato in Olanda per fare il professionista e che si sarebbe presto vestito di arancio in nazionale. Il sorriso da figlio felice con cui due anni dopo accolse il regalo bizzarro di papà: una statua “motivazionale” in bronzo, che è ancora oggi per lui la cosa più sacra. C’è un uomo a metà di una scala immaginaria e incise le parole “scopo, guida, disciplina, perseveranza”: il ragazzo le ha prese tutte alla lettera. La risata di sabato sera dopo aver fatto venire il mal di testa a tutto il Bologna: se la godeva perché aveva appena dimostrato alle tante “vedove” di Hakimi di non essere una comparsa. Il suo esordio da titolare può essere stato un elettroshock per la stagione dell’Inter: è l’attesa conferma che si può ancora viaggiare sulle stesse frequenze del passato”.