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Due mosse per mettere in scacco la Juve: ecco il mercato del Napoli
Tra poche ore c'è il Verona, c'è la possibilità di iniziare il girone di ritorno nel modo migliore, uno scudetto che dista, stando ai conti di Massimiliano Allegri, 48 lunghi, difficili, ma non impossibili punti. A Napoli si dovrebbe vivere uno splendido count-down, partendo da quanto di straordinario il 2017 ha lasciato in dote. La mia, però, è un'inutile introduzione. Perché è gennaio e si parla, facendo incavolare (ma tanto tanto) Maurizio Sarri, solo e quasi esclusivamente di mercato. Se Sarri s'irrita a sentir parlare di mercato, negli ultimi giorni gli fanno compagnia diversi milioni di tifosi del Napoli.
MALEDETTO MERCATO. Il perché è presto detto: il Napoli non è il City o il Madrid ma sta provando comunque a rafforzarsi, senza trattare Sané o Coman per il ruolo di esterno alto o Kimmich e Bellerin come terzino destro. I nomi sono quelli che circolano, importanti ma non altisonanti e ci sono risposte che lasciano disorientati i supporter azzurri. Verdi? Ma sai... la fidanzata, Bologna gli piace, con Donadoni gioca sicuro mentre con Sarri va a finire che fa panchina. Allora c'è Politano? No, il Sassuolo non lo cede, Squinzi è ricco, fa quello che gli pare. Deulofeu! Neanche... Vuole avere la certezza di giocare, c'è il Mondiale: poi, mica puoi togliere il posto a Callejon? Almeno Inglese, è già del Napoli. Si, forse. L'accordo è per giugno, però De Laurentiis ha già detto che arriva ed il Chievo si è risentito. Milik, poi, torna presto... Stesse domande, con risposte diverse ma che portano alla stessa conclusione anche per parametri zero Ciciretti, Younes e Machach.
LA STRATEGIA DI GIUNTOLI. Messa così, sembra che Giuntoli brancoli nel buio nella speranza di un sì. Non è vero: il Napoli sta provando a seguire un solco, quello tracciato dall'unica società ricca e vincente in Italia: perché non sarà simpatica ai tifosi azzurri, ma la Juve è l'unica che vince o che arrivi lontano in Europa. Più di Marotta e Paratici, Giuntoli si trova una squadra difficile da migliorare nell'undici base, almeno per quelle che sono le risorse del Napoli attuale. Il ds sta seguendo un doppio filone, cercando una strada diversa per implementare il valore della rosa e, poi, cercando di rendere il Napoli più ricco. Questa seconda strada si chiama patrimonializzazione. Si tratta di aumentare il parco giocatori, soprattutto attraverso acquisizione di giovani o di parametro zero che, per il fatto stesso che entrano in orbita Napoli aumentano il proprio valore. Così si spiegano le operazioni Ciciretti, Younes ed altre che arriveranno. La patrimonializzazione è anche nell'acquistare Inglese a 10 milioni quando ancora non è esploso e dopo 12-14 gol in una stagione utilizzarlo con un valore di almeno 18 milioni.
La prima parte del progetto è più complessa. Perché il Napoli non vuol più acquistare calciatori che poi finiscano nel dimenticatoio. Non se lo può permettere se vuol continuare ad affermarsi a questi livelli. Servono rinforzi veri: gente che costa, tanto per capirci. Anche De Laurentiis ha dato il suo placet alla nuova politica ed i nomi di Verdi e Deulofeu (ovvero operazioni da 30 milioni) vanno in questa direzione. Ma, una strada da aprire è una strada da tracciare: ed è lo step più difficile. È per questo motivo che molto del futuro del Napoli passerà dalla capacità di questa dirigenza di affermare questa nuova e difficile politica. Se dovesse riuscirci da subito, allora anche le chance di scudetto saranno ulteriormente ritoccate verso l'alto.
MALEDETTO MERCATO. Il perché è presto detto: il Napoli non è il City o il Madrid ma sta provando comunque a rafforzarsi, senza trattare Sané o Coman per il ruolo di esterno alto o Kimmich e Bellerin come terzino destro. I nomi sono quelli che circolano, importanti ma non altisonanti e ci sono risposte che lasciano disorientati i supporter azzurri. Verdi? Ma sai... la fidanzata, Bologna gli piace, con Donadoni gioca sicuro mentre con Sarri va a finire che fa panchina. Allora c'è Politano? No, il Sassuolo non lo cede, Squinzi è ricco, fa quello che gli pare. Deulofeu! Neanche... Vuole avere la certezza di giocare, c'è il Mondiale: poi, mica puoi togliere il posto a Callejon? Almeno Inglese, è già del Napoli. Si, forse. L'accordo è per giugno, però De Laurentiis ha già detto che arriva ed il Chievo si è risentito. Milik, poi, torna presto... Stesse domande, con risposte diverse ma che portano alla stessa conclusione anche per parametri zero Ciciretti, Younes e Machach.
LA STRATEGIA DI GIUNTOLI. Messa così, sembra che Giuntoli brancoli nel buio nella speranza di un sì. Non è vero: il Napoli sta provando a seguire un solco, quello tracciato dall'unica società ricca e vincente in Italia: perché non sarà simpatica ai tifosi azzurri, ma la Juve è l'unica che vince o che arrivi lontano in Europa. Più di Marotta e Paratici, Giuntoli si trova una squadra difficile da migliorare nell'undici base, almeno per quelle che sono le risorse del Napoli attuale. Il ds sta seguendo un doppio filone, cercando una strada diversa per implementare il valore della rosa e, poi, cercando di rendere il Napoli più ricco. Questa seconda strada si chiama patrimonializzazione. Si tratta di aumentare il parco giocatori, soprattutto attraverso acquisizione di giovani o di parametro zero che, per il fatto stesso che entrano in orbita Napoli aumentano il proprio valore. Così si spiegano le operazioni Ciciretti, Younes ed altre che arriveranno. La patrimonializzazione è anche nell'acquistare Inglese a 10 milioni quando ancora non è esploso e dopo 12-14 gol in una stagione utilizzarlo con un valore di almeno 18 milioni.
La prima parte del progetto è più complessa. Perché il Napoli non vuol più acquistare calciatori che poi finiscano nel dimenticatoio. Non se lo può permettere se vuol continuare ad affermarsi a questi livelli. Servono rinforzi veri: gente che costa, tanto per capirci. Anche De Laurentiis ha dato il suo placet alla nuova politica ed i nomi di Verdi e Deulofeu (ovvero operazioni da 30 milioni) vanno in questa direzione. Ma, una strada da aprire è una strada da tracciare: ed è lo step più difficile. È per questo motivo che molto del futuro del Napoli passerà dalla capacità di questa dirigenza di affermare questa nuova e difficile politica. Se dovesse riuscirci da subito, allora anche le chance di scudetto saranno ulteriormente ritoccate verso l'alto.