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    Covid, Draghi ha firmato il Dpcm: in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Speranza: 'Dad in tutte le scuole in zone rosse'

    Covid, Draghi ha firmato il Dpcm: in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Speranza: 'Dad in tutte le scuole in zone rosse'

    Il premier Mario Draghi ha firmato il nuovo Dpcm anti-Covid, che sarà in vigore dal 6 marzo fino al 6 aprile. Tra le novità, spicca la stretta sulla scuola: il Governo recepisce le indicazioni del Cts e chiude tutti gli istituti in zona rossa e dà la facoltà nelle altre aree ad alto rischio di interrompere la didattica in presenza se, a livello locale, si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti, a prescindere dal colore delle zone. Nelle zone gialle e arancioni, quindi, la decisione spetta a governatori e sindaci.

    NOTA GOVERNO - La nota che comunica la firma del nuovo Dpcm: "Il Presidente Mario Draghi ha firmato oggi il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) che detta le misure di contrasto alla pandemia e di prevenzione del contagio da COVID-19. Il Dpcm sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile 2021 e conferma, fino al 27 marzo, il divieto già in vigore di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, con l’eccezione degli spostamenti dovuti a motivi di lavoro, salute o necessità".​

    SPERANZA - Il Ministro della Salute Roberto Speranza lo presenta in conferenza stampa: "Il nuovo Dpcm è stato firmato dal presidente del Consiglio pochi minuti fa ed è in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. E' frutto di un confronto importante con il Parlamento, le Regioni e con il Comitato Tecnico-Scientifico. Il principio guida è la tutela della salute, noi siamo convinti come Governo che per far ripartire il Paese serva vincere la battaglia sanitaria, è la prima mattonella per la costruzione di una fase espansiva. Importante in un momento in cui la curva dà segnali piuttosto robusti di ripresa e di risalita e facciamo i conti con varianti temibili del virus, soprattutto quella inglese, poi brasiliana e sudafricana. Il decreto del Presidente del Consiglio è un decreto che prova a mantenere un impianto di conservazione delle misure essenziali vigenti, viene confermato il modello di divisione del Paese per aree a colori, costruiti sulla base del quadro epidemiologico di ciascun territorio. Le zone rosse sono quelle a più alta diffusione del virus, poi arancione, giallo e bianco per i minori fattori di rischio. Pensiamo sia il modo migliore per dare la risposta opportuna. In questo momento sono in atto anche interventi mirati dei governatori per agire in ambito subregionale e crediamo che sia nella direzione giusta.

    L'innovazione più rilevante del Dpcm riguarda le scuole. La variante inglese ha purtroppo una capacità di penetrazione nelle fasce più giovani. Questo ci ha portato, dopo un parere del Cts, ad operare una scelta: in zona rossa le scuole, di ogni ordine e grado, saranno con la didattica a distanza. La Dad sarà impiegata anche nelle altre area ad alto rischio se, a livello locale, si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti.

    Da ultimo voglio fare un ulteriore appello ai nostri cittadini. Abbiamo bisogno di istituzioni forti che facciano scelte giuste e dicano come stanno le cose, siamo in una fase epidemiologica che non va sottovalutata, ma abbiamo bisogno di tutti: non si vince con un Dpcm, ma serve il contributo di tutti i cittadini. Le regole essenziali (mascherina, distanziamento, lavaggio mani, evitare assembramenti) dobbiamo continuare a considerarle determinanti".

    GELMINI - ​Il Ministro per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini aggiunge durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi: "Abbiamo assunto un'altra proposta delle Regioni, quella di un tavolo per valutare i 21 parametri. Sarà un tavolo tecnico, ma sarà un momento in cui bilanciare i criteri e valutare se sarà necessario un cambiamento. I tempi sono fondamentali per non arrecare nuovi disagi ulteriori ai cittadini: la bozza è pronta da venerdì e siamo in grado stasera di completare il Dpcm Covid. C'è un cambio nel metodo, perché il Dpcm è improntato alla massima condivisione possibile. La risoluzione del Parlamento è la stella polare, poi la condivisione si è estesa alle Regioni, province, comuni. Abbiamo cercato di acquisire il punto di vista degli amministratori: abbiamo accolto alcune proposte come la partenza delle misure restrittive dal lunedì. Nel decreto sostegno abbiamo previsto risorse per 200 milioni di euro" per supporto alle famiglie sul tema dei congedi parentali".

    BRUSAFERRO - Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss (Istituto Superiore di Sanità), parla delle varianti del virus: "La variante inglese ha una prevalenza stimata intorno al 54%, al 18 febbraio, il che vuol dire che oggi il valore è sicuramente più altro. E' la variante dominante come avevamo previsto". La circolazione della variante inglese è maggioritaria e lo sarà sempre più: ha più elevata trasmissibilità, il modo migliore di contrastare la trasmissibilità è ridurre le occasioni di trasmissione. Il secondo dato importante è che nel nostro territorio c'è, in particolare in alcune regioni del centro Italia, una stima di prevalenza della variante brasiliana del 4,3%, non in tutto il Paese ma in Umbria, Toscana, Lazio, Marche. E' un dato particolarmente preoccupante ma queste varianti sono nuove e devono essere stimate sia rispetto ad aumentata trasmissibilità che alla potenzialità di non garantire la stessa copertura immunitaria: aumentata la trasmissibilità e la potenziale capacità di ridurre la protezione. Sono estremamente importanti da monitorare ed è importante che si adottino le misure più restrittive possibili. Le regioni che hanno avuto questi focolai stanno adottando tempestivamente le zone rosse. La variante sudafricana è allo 0,4%, in particolare in alcune zone del Sudtirolo. Per la variante brasiliana la sfida è il contenimento: bisogna intervenire chirurgicamente ed evitare che si diffonda in altri contesti. Questa doppia strategia si dovrà accompagnare a un monitoraggio stretto anche delle incidenze e un forte supporto alle vaccinazioni".

    LOCATELLI - Franco Locatelli, presidente del Css, aggiunge: "Abbiamo anche noi evidenze chiare sul fatto che la variante inglese è più trasmissibile nelle fasce di età comprese tra i 10 e i 19 anni, ma anche tra i 6 e 10 anni, nelle quali vi è un aumento del numero di casi infetti come Sars-Covid 2. Questo maggiore potere infettante o contagiante non si associa a patologia più grave. I bambini, per dare un messaggio molto chiaro, restano fortunatamente risparmiati dalle forme più gravi".

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