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Dove e cosa ha sbagliato il Barcellona contro la Juve?
Marco Leone scrive:
Il Barcellona non è più quello di una volta, è vero.
Il Barcellona non ha più Puyol, è vero.
Il Barcellona non ha più Xavi, è vero.
Il Barcellona non ha più la fame di vittorie di un tempo, forse è vero.
Ma i problema del Barcellona non sono questi, il punto debole del Barcellona non è questo, non è l'assenza di Xavi, ne quella di Puyol.
Il vero problema del Barcellona è la PRESUNZIONE, la presunzione del suo capitano Iniesta nella sua intervista, quando parla di nuova remuntada possibile, come se al mondo possa essere sempre Pasqua.
La presunzione del suo allenatore, quando dichiara che una nuova remuntada è difficile (ma era difficile anche che il Barcellona perdesse una partita come quella di Parigi), quasi a dire che tutto quello che è successo 2 settimane fa sia di nuovo possibile ... >>>CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE<<<
Luca Borioni risponde:
La presunzione del Barcellona è un dato di fatto, così come del calcio spagnolo (per restare al calcio) in generale. Una presunzione che spesso cozza con l'infatuazione che spesso noi italiani dimostriamo verso quelli che maggiormente sentiamo come i nostri "cugini?. Tanta ammirazione infatti quasi mai è sinceramente ricambiata. Gli spagnoli (e i catalani) sono massimamente convinti che il calcio italiano sia solo catenaccio e astuzie e non avranno cambiato idea neppure dopo la prova di forza messa in scena dalla Juventus. Costruita sulla impenetrabilità della difesa, sicuramente, ma anche su tanti altri piccoli e grandi dettagli. Detto questo, si tratta spesso di una presunzione motivata o comunque quasi lecita, autorizzata dai risultati che le squadre iberiche hanno raggiunto negli ultimi anni, non solo nel calcio. Se non sei presuntuoso, se non pensi in grande sapendo di essere più grande di tutti, non raggiungi certi successi o comunque non puoi neppure immaginare di arrivare tanto in alto. Se non sei un visionario non puoi concepire un calcio come quello del Barça, sempre sopra le righe, capace di rendere semplice l'impossibile, di far giocare insieme una squadra di soli attaccanti (ma ieri anche la Juve in campo aveva due soli difensori autentici: Bonucci e Chiellini, oltre a Buffon in porta) e di annunciare e poi realizzare epiche rimonte. E allora più che di presunzione, si tratta di fine ciclo. Di ricostruzione da avviare o in ogni caso di scelte da fare. A partire dalla panchina.
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