Douglas Costa: 'No al City per vincere la Champions con la Juve. Higuain...'
Douglas Costa, ci racconti il primo impatto con la Juventus.
"Mi sento bene, qui ci si allena tanto e forte, ho appena cominciato ad andare allo stesso ritmo degli altri miei compagni. So che sono ancora un po’ indietro e devo lavorare per arrivare a livello degli altri, ma punto a essere in forma il più presto possibile".
Higuain l’ha già incoronata suo giocatore preferito per assist e dribbling e Luiz Adriano, suo compagno allo Shakhtar, ha dichiarato che il Pipita con lei farà 40 gol. Si sente all’altezza delle aspettative?
"Higuain è un campione e un grande compagno. Dovunque vado io divento in fretta il miglior amico degli attaccanti: è successo con Luiz in Ucraina e con Lewandowski al Bayern Monaco. Si vede che con me si trovano bene".
Pjanic invece ha detto che da lei si aspetta un pizzico di follia: sarà così?
"Mi piace giocare con gente di qualità come Pjanic. Al Bayern c’era Thiago Alcantara: lo studiavo, ho imparato molto da lui. Alla Juve sono rimasto impressionato dalla qualità. Aggiungerò la mia creatività".
Perché ha scelto la Juventus?
"Perché in tre anni ha giocato due finali in Europa, è la squadra che ha più voglia e più possibilità di vincere la Champions. Io voglio entrare nella storia di questo club. A un anno dal Mondiale non avrei potuto scegliere società migliore".
Quindi lei è venuto a Torino per la Champions League?
"Sono qui per vincere tutto, anche la Champions".
E’ mancino ma ha giocato sia a destra sia a sinistra. Qual è il suo raggio d’azione preferito?
"Allo Shakhtar ho giocato 5 anni a destra, al Bayern con Guardiola sono stato in tutte le posizioni. Meglio a destra per tirare e a sinistra per crossare".
A proposito di Guardiola: è vero che in Germania era il suo pupillo e avrebbe voluto portarla al City?
"Dopo tanti anni volevo evitare che la gente pensasse che giocassi solo perché c’era lui in panchina. Ho voluto la Juve anche per fare nuove esperienze, per crescere e imparare un altro tipo di calcio".
Che idea si è fatto di Allegri dopo pochi allenamenti?
"E’ un tecnico che parla molto. Conosce il mio potenziale e io sento che ho fiducia. Ho sensazioni positive, credo di rendere molto con questa squadra e con questo allenatore".
Con Ancelotti, che la faceva giocare poco, che cosa non ha funzionato? "Credo che abbia avuto poco tempo per vedermi, tra convocazioni con la nazionale e gli infortuni. Non ho fatto la preparazione con lui, come invece era successo con Guardiola. Però ho avuto buoni rapporti anche con Ancelotti: siamo rimasti amici".
Campionato: chi può intralciare il cammino della Juve verso il settimo scudetto di fila?
"La Juve è come il Bayern, è una grande squadra e tutti daranno il massimo per vincere contro di noi. Ha molti tifosi ed è conosciuta in tutto il mondo. In Italia si gioca un calcio tatticamente perfetto, si fa fatica a superare le difese. Ci vorrà pazienza, Milan e Inter si sono rinforzate ma la Juve ha i giocatori giusti per confermarsi".
Che ricordi ha della Juventus del passato?
"Ho conosciuto Emerson, ricordo la squadra leggendaria degli anni Novanta-Duemila, con Zidane, Del Piero, Ibrahimovic, Nedved".Ha avuto un idolo da bambino?
"Il mio giocatore preferito era ed è sempre lo stesso, Ronaldinho. Ci lega il Gremio: lui ha giocato lì e io ho iniziato da loro a 12 anni".
Alex Sandro la sta aiutando a inserirsi?
"Essendo tutti e due brasiliani abbiamo un’affinità, ci capiamo al volo. Mi dà una mano dentro e fuori dal campo".
Chi dribbla meglio?
"Io. Lui però difende meglio".
Quanti tatuaggi ha?
"Dieci, dodici? Dodici. Ho i nomi dei miei genitori, la mappa del Brasile, i punti cardinali. In Ucraina mi sono fatto tatuare una scritta in cirillico. Sulla mia pelle c’è la mia storia".
Ne farà uno anche per la Juve?
"Me ne manca ancora uno per gli anni in Germania. Fatto quello, ci penserò...".