Getty Images
Dopo sei anni deve essere l'Italia di Verratti: Mancini sceglie il 4-2-3-1
BALOTELLI A CASA. L’assenza di Mario quanto meno ridurrà la possibilità di errori del ct che contro la Polonia lo schierò da titolare. Sbagliando. Anzi, di più, sapendo di sbagliare. Quando in conferenza stampa, alla vigilia del debutto in Nations League, gli chiesero se Balotelli fosse dimagrito, Mancio ridendo rispose: «Sì, di 8 grammi». Eppure rimase in campo per un’ora per la disperazione di chi in campo ce l’aveva messo. Nel mese successivo, Mario è stato un fantasma (non come peso, ovviamente) anche a Nizza e ora resta a casa.
IN FORMA SPLENDIDA. Fra i 28 azzurri chiamati a Coverciano da Mancini, una ventina è in condizioni fisiche e mentali davvero incoraggianti. Prendiamo i difensori: Biraghi, chiamato a sorpresa per le gare precedenti, si è fatto una robusta iniezione di autostima e torna in azzurro dopo la rete su punizione segnata all’Atalanta; Bonucci e Chiellini sono a 9 vittorie su 9 (e Bonucci ha segnato al Napoli); Florenzi è in rilancio con la Roma, mentre Romagnoli è il cardine della difesa del Milan (Gattuso non lo toglie mai).
IL MOMENTO DI VERRATTI? A centrocampo, Lorenzo Pellegrini e Federico Bernardeschi stanno volando, mentre Verratti dopo l’operazione è in netta ripresa. In Champions ha giocato e lottato come non faceva da tempo. E’ vero che di fronte aveva una squadra da Serie B italiana, la Stella Rossa, ma al 91', sul 6-1 per la sua squadra, lo abbiamo visto rincorrere un avversario fin quasi ai bordi dell’area parigina e strappargli la palla in scivolata. Verratti sta bene e non sarebbe male se, dopo 6 anni di attesa, prendesse finalmente possesso della Nazionale. In azzurro non ha mai toccato i livelli di rendimento raggiunti col Psg per vari motivi, fra cui una incredibile discontinuità di presenze. In queste 6 stagioni, in Nazionale ha giocato appena 25 partite, non ne gioca una da 6 mesi e con Mancini è al debutto.
ATTACCANTI BOOM. Se stanno bene i centrocampisti, gli attaccanti di più. Berardi, Caprari, Chiesa, Cutrone, Immobile, Insigne e Zaza, oltre alla sorpresa Giovinco, nessuno è in difficoltà come lo era Balotelli un mese fa. Restando col giudizio sospeso sull’americanino, forse solo Zaza e Immobile non sono al top, gli altri hanno lasciato il timbro o in campionato o in Coppa.
LE VARIABILI. Il Paris Saint Germain gioca con un 4-2-3-1 iperoffensivo, contro la Stella Rossa aveva Cavani prima punta, Mbappé, Neymar e Di Maria subito dietro, Verratti e Rabiot mediani. Mancini potrebbe ripartire da lì per consegnare a Verratti la posizione a lui più cara. Anche perché, se il trequartista alle spalle della prima punta lo fanno Pellegrini (come nella Roma) o Bernardeschi, l’equilibrio non si perde visto che sia il romanista che lo juventino conoscono bene anche la fase difensiva. Sarebbe il 4-2-3-1 più vicino al manciniano 4-3-3. L’altra variabile è data dalla posizione di Insigne, posizione che Ancelotti gli ha cambiato nel Napoli. In Nazionale giocherà ancora attaccante esterno o, visti i recenti risultati, sarà confermato al centro?
COME GIOCHERA’. Sistemato il portiere (Donnarumma), sistemati i 4 difensori (Florenzi, Bonucci, Chiellini e Criscito), si può immaginare una coppia di mediani formata da Jorginho-Verratti, poi Chiesa o Bernardeschi a destra, Pellegrini più di Bernardeschi al centro, Chiesa o Berardi o Insigne a sinistra, Immobile o Insigne centravanti. In Polonia dobbiamo vincere.