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Dopo Norvegia e Olanda, è il turno della Germania: i Mondiali in Qatar diventano un caso politico e la Fifa tace
Il mondo del calcio fa sentire la propria voce in difesa dei diritti umani. L'inizio del cammino di qualificazione ai Mondiali del 2022, che saranno disputati in Qatar ed eccezionalmente nel periodo invernale, ha rappresentato l'occasione di dare un grande risalto alle denunce portate avanti da anni delle associazioni internazionali che hanno posto l'accento sulle gravi violazioni compiute negli Emirati. In particolare, sulle circa 6500 degli operai coinvolti negli ultimi 11 anni per la realizzazione degli impianti che ospiteranno la manifestazione.
NORVEGIA APRIPISTA - Un grave atto d'accusa lanciato per primo dal quotidiano inglese Guardian e da Amnesty International e che ha smosso le coscienze di alcune delle federazioni calcistiche più importanti. La prima a muoversi è stata la Norvegia di Haaland, che ha deciso di indossare una maglietta primo delle partite manifestando la propria posizione al riguardo, facendo da traino per le successive iniziative di Olanda, Danimarca e Germania. La nazionale allenata da Joachim Loew, vincitrice del titolo iridato in 4 occasioni, ha schierato ieri in Romani un undici di partenza sulle cui divise apparivano le lettere che, messe in sequenza, componevano la scritta HUMAN RIGHTS (diritti umani).
LA FIFA TACE - Al momento, da parte della Fifa, solitamente contraria ad ogni manifestazione di natura politica in eventi calcistici, non è arrivata alcuna presa di posizione nei confronti di questa vicenda. Nessuna sanzione ad oggi per le federazioni coinvolte, ma è inevitabile che quanto è avvenuto sui campi di mezza Europa nei giorni scorsi non potrà lasciare indifferente l'opinione pubblica sulle tante zone d'ombre che riguardano il prossimo Mondiale in Qatar.
NORVEGIA APRIPISTA - Un grave atto d'accusa lanciato per primo dal quotidiano inglese Guardian e da Amnesty International e che ha smosso le coscienze di alcune delle federazioni calcistiche più importanti. La prima a muoversi è stata la Norvegia di Haaland, che ha deciso di indossare una maglietta primo delle partite manifestando la propria posizione al riguardo, facendo da traino per le successive iniziative di Olanda, Danimarca e Germania. La nazionale allenata da Joachim Loew, vincitrice del titolo iridato in 4 occasioni, ha schierato ieri in Romani un undici di partenza sulle cui divise apparivano le lettere che, messe in sequenza, componevano la scritta HUMAN RIGHTS (diritti umani).
LA FIFA TACE - Al momento, da parte della Fifa, solitamente contraria ad ogni manifestazione di natura politica in eventi calcistici, non è arrivata alcuna presa di posizione nei confronti di questa vicenda. Nessuna sanzione ad oggi per le federazioni coinvolte, ma è inevitabile che quanto è avvenuto sui campi di mezza Europa nei giorni scorsi non potrà lasciare indifferente l'opinione pubblica sulle tante zone d'ombre che riguardano il prossimo Mondiale in Qatar.