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    Dopo il Benfica anche il Porto al centro dell'inchiesta giudiziaria

    Dopo il Benfica anche il Porto al centro dell'inchiesta giudiziaria

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Una vicenda più vasta di quanto sembrasse. In Portogallo l'inchiesta della procura di Braga denominata Cartão Vermelho (Cartellino Rosso), che la scorsa settimana ha decapitato i vertici del Benfica, tocca anche il Porto. Lo rivela il sempre informato settimanale Sabado nel numero in edicola oggi. Un lungo articolo svela intrecci estremamente complessi intorno alla società che dal 1982 è retta da Jorge Nuno da Lima Pinto da Costa. Secondo le rivelazioni fatte dal settimanale, molte operazioni dei Dragões sono oggetto d'interesse, soprattutto per ciò che riguarda le commissioni pagate agli agenti. Uno in particolare: Pedro Pinho, un intermediario estremamente vicino alla famiglia Pinto da Costa. Talmente prossimo al presidente da essere finito al centro di un fatto estremamente increscioso nei mesi scorsi. Dopo la gara di campionato tra Moreirense e Porto dello scorso 26 aprile, terminata 1-1, Pinho ha aggredito un video-reporter dell'emittente TVI, Francisco Ferreira. Ufficialmente Pinho si trovava nello stadio di Moreira de Conegos, nonostante le restrizioni da pandemia, in quanto invitato dal Moreirense. Si diceva che Pinho è vicino non soltanto al presidente portista, ma all'intera famiglia Pinto da Costa. È stato infatti socio di Alexandre Pinto da Costa in Energy Soccer, una società di gestione delle carriere e intermediazione che è finita nel mirino dei tifosi portisti critici proprio a causa del gigantesco conflitto d'interessi che si era venuto a creare. Dal 2017 la Energy Soccer è ufficialmente scomparsa. Operano tuttavia la PP Sports, la Pesarp SA e la N1. Tutte società riconducibili a Pedro Pinho. Quanto a Pinto da Costa figlio, adesso opera con una società denominata Serialsport. Lui sostiene che Serialsport non faccia affari col Porto ma secondo l'articolo di Sabado i sospetti degli inquirenti vanno in direzione opposta. Tornando a Pedro Pinho, la lista degli affari intermediati col Porto è lunga. Fra le altre, le acquisizioni di Chidozie, Yoni Mosquera e Germán Meneses, il ritorno al Porto di Sergio Oliveira, la cessione in Cina di Tiquinho Soares, quella di Ricardo Pereira al Leicester. Ma a destare grande attenzione presso gli inquirenti vi sarebbe la cessione di Éder Militão al Real Madrid. Giunto dal San Paolo nell'estate del 2018 e costato 8,5 milioni di euro (7 milioni al club brasiliani più 1,5 milioni in commissioni) in cambio del 90% dei diritti, il difensore è stato ceduto l'estate successiva al Real Madrid per 50 milioni di euro. Ma a dispetto di un incasso così elevato, la plusvalenza annotata dal Porto è di soli 28,4 milioni di euro. Perché fra pagamento del 10% al Santos, costi d'intermediazione e valore residuo iscritto in bilancio, oltre 21 milioni di euro se ne vanno in fumo. Anche la cessione decennale dei diritti televisivi a Altice (450 milioni di euro) è sotto indagine. Pare che pure su quella il Porto abbia pagato un costo d'intermediazione.

    @pippoevai

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