“Ho visto varie indagini in corso nell’ultimo periodo piu’ sulla frode sportiva che sul doping e devo dire che proprio queste indagini hanno messo in luce fenomeni molto allarmanti. Purtroppo lo sport in generale ed il calcio anche sono sempre lì in una posizione molto delicata. Ci sono sistemi di controllo: si fanno sulle urine e sul sangue però bisogna rendersi conto che servono a poco perché ormai chi fa il doping si organizza e riesce a sfuggire da questi controlli. Che piaccia o non piaccia è la giustizia penale che può intervenire. Essa potrebbe fare sequestri, perquisizioni ed intercettazioni telefoniche, altrimenti non si scopre nulla. Tanto è vero che quando si scopre qualcosa lo si fa con strumenti che la giustizia sportiva non ha”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica italiana Raffaele Guariniello parlando a margine di un incontro svoltosi all’hotel Salviatino di Firenze organizzato con 20 rappresentanti di importanti realtà toscane sul processo legato al caso Eternit, rispondendo ad una domanda dei giornalisti che gli hanno chiesto se il calcio stia finalmente facendo qualcosa, a suo parere, per debellare concretamente il fenomeno del doping. “Ci vuole un’attività che non sia di questa o quella procura ma un coordinamento. – ha aggiunto il procuratore Raffaele Guariniello - Il doping ha delle ramificazioni non solo nazionali ma internazionali. Bisognerebbe avere degli strumenti di indagini che ci consentano di coordinare tutte le investigazioni dovunque, addirittura anche all’estero altrimenti oggi come oggi il crimine viaggia alla velocità della luce mentre noi viaggiamo con la diligenza”.