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    Donadoni: 'Contatti col Milan, difficile lasciare l'Atalanta. La Cina...'

    Donadoni: 'Contatti col Milan, difficile lasciare l'Atalanta. La Cina...'

    Roberto Donadoni, doppio ex di Atalanta-Milan, ha dichiarato in un'intervista a Tuttosport: "Per me sarà sempre una partita speciale. Secondo me si equivalgono come valori. Mai stato vicino ad allenare il Milan? Qualche anno fa ci sono stati dei contatti, ma non potevo prendere in considerazione l’offerta perché ero impegnato con un altro club. Il Milan ora ha un ottimo allenatore come Pioli, che sta facendo molto bene, per il futuro vedremo". 

    "Tonali? Non ho mai nutrito alcun dubbio sulle sue qualità tecniche, ne avevo qualcuno in più sul suo carattere. L'anno scorso ha vissuto un anno di transizione che gli ha fatto capire cosa vuol dire giocare per un club come il Milan, e quest'anno sta dimostrando di essere un giocatore di assoluto spessore, sono contento per lui".
    "Anche Calabria mi ha impressionato, fino a qualche tempo fa dava l’impressione di non reggere il peso della maglia rossonera, ora invece ha acquisito consapevolezza e fiducia". 

    "Leao? Premetto che non mi piace fare paragoni, sono convinto che ogni calciatore abbia una sua unicità e debba essere apprezzato in quanto tale. Il portoghese ha talento e qualità importanti, e vista l’età ancora di grande prospettiva, può e deve crescere ancora molto. Nell’ultima partita di Champions l’ho visto bene, tuttavia dopo il gol mi ha dato l’impressione di accontentarsi e specchiarsi un po’ troppo. Ecco, l’ulteriore salto di livello che deve fare è proprio questo: mai sentirsi appagato e dare sempre qualcosa in più. Solo così riuscirà a diventare determinante per la squadra". 

    "Oggi l’Atalanta va considerata a ragion veduta tra le squadre più forti del nostro campionato. È chiaro che ci sono società con una storia più importante, però ora come ora per andare via da Bergamo un calciatore dovrebbe avere la certezza di arrivare in una piazza che gli consenta di esprimere ancora di più il proprio valore. E lo trovo molto difficile. Se c'è una cosa che mi spiace oggi è vedere così pochi bergamaschi tra i titolari dell'Atalanta". 

    "Pentito dell'esperienza in Cina sulla panchina dello Shenzhen? Assolutamente no, mi è servita per crescere. Ho trovato aspetti estremamente positivi in termini di vita e cultura, e aspetti più negativi dal punto di vista calcistico. Per quanto mi riguarda sono aperto a nuove avventure, a patto che le offerte arrivino da club che mi diano la sensazione di poter ambire a qualcosa". 

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