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Donadoni: 'Ancelotti dovrà snaturarsi. De Laurentiis cresciuto, ma il calcio non è il suo forte'
SUL NAPOLI - "Una città che mi è rimasta sulla pelle per il suo modo unico di vivere il calcio. Non mi è mai capitato in nessun altro posto di vivere questa intensità, questa passione. La pressione? Certo, ma quella c’è dappertutto. La maniera viscerale del napoletano di amare la propria squadra è unica".
SU ANCELOTTI - "Non ci siamo sentiti da quando ha iniziato l’avventura a Napoli. Ma uno che ha girato e vinto in tutte le più grandi piazze europee, di consigli non ha bisogno. Noi siamo cresciuti in campagna, abbiamo un’educazione simile: ci basta uno sguardo per capirci, senza troppe parole. Però credo che anche Carlo un po’ debba snaturarsi. A Napoli la gente ha bisogno del contatto fisico, di metterti in braccio un neonato per la foto. Perché tutti amano l’azzurro, anche chi non va allo stadio. Ecco, magari per carattere noi non siamo abituati a questo, ma capisci che per loro è importante e lo fai con piacere. Ma Carlo ha già capito tutto. Infatti ha fatto bene a prendere casa a Napoli, anche io nel 2009 la stavo cercando... ma De Laurentiis mi esonerò”
DE LAURENTIIS HA CONOSCIUTO IL CALCIO? - "Sicuramente, ma non è quello il suo forte. Ed è logico sia così per un presidente. La gestione e i risultati del club di questi anni sono stati eccellenti. Per esempio aver scelto Carlo dopo Sarri è stato un gran colpo. Ci siamo anche rivisti, parlando cordialmente. Non siamo gente che serba rancore".
SUL CAMPIONATO - "Molto interessante e mi piacerebbe esserne protagonista. Ho tanta voglia di ricominciare. La Juventus è oggettivamente un gradino più su. Poi Inter, Milan, Napoli e Roma li vedo sullo stesso piano, senza dimenticare la Lazio”.
NAPOLI-MILAN DECISIVA? - "No. Si capirà qualcosa sugli equilibri dopo 8-10 giornate. Piuttosto il Milan, che ha lo svantaggio di non aver giocato la prima, mi pare che si sia rinforzato parecchio con Higuain che è sempre affamato. Del resto Rino Gattuso gli equilibri li aveva trovati e gli mancava proprio il terminale offensivo".
SU VERDI - "Era il momento di spiccare il salto di qualità, anche mentale. Tecnicamente è già maturo. A Napoli, dove è stato giudicato tradimento la partenza di Higuain, hanno capito che a gennaio Simone doveva completare un percorso a Bologna. Hamsik regista? Marek è un grande professionista e farà bene anche lì. Certo, così si allontana dalla porta e lui i gol li ha sempre fatti. Un consiglio a Carlo? Uno sì: quando gioca a tresette col presidente, lo lasci vincere".